Categorie: roma

fino al 4.XI.2001 | Giuseppe Biasi | Roma, Complesso del Vittoriano

di - 8 Ottobre 2001

A 56 anni dalla sua scomparsa, Roma riscopre uno dei protagonisti del panorama artistico sardo della prima metà del XX secolo, attraverso una retrospettiva che ci avvicina alla figura seducente dell’artista e soprattutto alla sua arte. Giuseppe Biasi (Sassari 1885-Andorno Micca 1945) dedicò tutta la vita a dipingere la sua amata Isola, in una ricerca che, partendo dalle sue radici, fatte di tradizioni e valori, ma anche colori, profumi e immagini nostalgiche, gli permette di riscoprire la propria identità artistica. Al centro dei suoi dipinti è la donna come emblema dell’universo sardo e della positività, rappresentando la grazia e la sicurezza del focolare domestico. Sono immagini di ragazze chiuse nei loro abiti tradizionali, descritti con un decorativismo prezioso, da cui emergono i volti caratterizzati da uno sguardo carico di sensualità e semplicità insieme. La loro bellezza ha un che di orientale, nell’incedere lento e fiero. L’uomo, in confronto, gioca un ruolo marginale, di comparsa, simboleggiando l’aspetto più violento del mondo sardo. La forza espressiva, quasi caricaturale, dei personaggi è sottolineata dai visi segnati dal sole e dal tempo e dalle grandi mani nodose, espressione della miseria e della fatica del duro lavoro. Le scene che spesso Biasi ritrae sono processioni e feste di paese come la tela del 1910-11, “Grande festa campestre”, o “Sposalizio a Nule” del ’14. E’ una vita semplice, ma felice; una vita fatta di quotidianità, come dimostra il gruppo di “Fanciulle al lavatoio” (1913) o le “Ragazze sul prato ”, una tempera su cartone di grande poesia. L’allestimento della mostra segue un andamento circolare, soffermandosi sui momenti salienti della vita del pittore e del suo percorso artistico. Al centro, come un omaggio, sono una selezione di opere tra le più toccanti di Biasi. Tra queste spicca il penetrante “Ritratto di Javotte Bocconi Manca di Villahermosa ” o quello di “Teresita”, che nel 1920 venne esposto alla Biennale di Venezia. Ma c’è un altro momento della vita di Giuseppe Biasi che ha fortemente influenzato l’iter pittorico dell’artista sassarese e che trova ampio spazio in una sezione della mostra. Tra il 1923-27, egli soggiornò nell’Africa settentrionale e lì venne a contatto con una cultura diversa, ma ugualmente primitiva. Dai numerosi studi e disegni, prende forma un affascinante universo, carico di sensualità ed esotismo, in cui realismo e stilizzazione si fondono con risultati altissimi. Splendidi in questo senso sono i ritratti di un’intensità e vitalità unici. La mostra propone anche una piccola, ma interessante serie di illustrazioni realizzate da Biasi ai suoi esordi, per la copertina de “Il Giornalino della Domenica ”, in cui i delicati soggetti sono espressi con grazia e poesia. Giuseppe Biasi è un personaggio complesso, ma affascinante, che merita di essere conosciuto non solo per la qualità delle sue opere, ma anche per l’immagine che ha dato della Sardegna: la seduzione dell’arcaico unito ad uno spirito moderno.

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Giuseppe Biasi. Roma, Complesso del Vittoriano. Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali). Fino al 4.XI.2001. Orario: lun.-gio. 9.30/19.30; ven. e sab. 9.30/23.30; dom. 9.30/20.30. Ingresso gratuito. Tel. 06.6780664. Catalogo Ilisso Editori Lire 40.000. Sito Internet:
www.ilisso.it/giuseppebiasi


Visualizza commenti

  • la mostra su Biasi è veramente molto interessante; fra l' altro è venuta a colmare una persistente mancanza di conoscenza nei riguardi dell' artista, che in Italia pochi sanno chi era.

  • Sig. Guido,
    Lei ha ragione. E' un artista ingiustamente poco conosciuto nonostante,credo, sia stato l'unico grande artista italiano seriamente riconducibile a Klimt e alla secessione viennese. Speriamo che nel futuro se ne parli di più e che si veda più frequentemente nelle mostre e nei musei. Dai segnali che ho visto credo che succederà,se non altro per motivi commerciali (ben vengano se il risultato sarà quello di valorizzare un ottimo artista!!). Saluti.

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