Fu Alfredo Polichetti, agente Digos, a scattare le foto in mostra alla galleria Monserrato. Lo faceva per disposizione dell’allora inquilino del Viminale, il temuto e attaccato Francesco Cossiga, che diverrà poi presidente della Repubblica nel 1985. È stata la figlia Anna Maria, scartabellando tra le carte del padre, a ritrovare le immagini e a pensare di farne una mostra. È nata così l’iniziativa Kossiga Boia. Al vernissage c’è lui: il picconatore. Ma arrivano in auto blu scortate anche Giuliano Amato, attuale ministro dell’Interno, Oliviero Diliberto, il guardasigilli Clemente Mastella e molti altri. In strada, sulla stretta via Monserrato, un nugolo di operatori e fotografi.
Sulle pareti della galleria, come in un documentario, scorrono i flash di quegli anni. I muri della Roma di allora, dalla periferia al centro storico. Kossiga -con la K e le ss runiche- incarna il potere e come tale viene attaccato dall’estrema sinistra come dall’estrema destra, accusato di un uso troppo disinvolto delle forze dell’ordine e della repressione. È “l’assassino” ma anche “il zuzzurellone”. I graffitari di allora lo paragonarono a John Wayne e a Sandokan, gli danno del “drogato”, del “babbeo”, del “cane”.
“Documentazione storica”, commenta Diliberto. Mentre Amato ricorda che allora, quando faceva il professore universitario, molti suoi studenti erano protagonisti della protesta. “Sono contento –aggiunge– che oggi tutto questo sia preistoria”. Cossiga si rammarica di non vedere in mostra la foto di una scritta contro di lui apparsa sul muro di Berlino. Ed è sempre lui a sollecitare una riflessione su quegli anni. “Se si pensa che molti per scriverle morirono o persero la libertà o, per obbedire ad esse, uccisero, si comprende che non fu un’avventura della storia, ma la tragedia di un Paese, sulla quale assai poco si è meditato”.
Lui lasciò il Viminale, rassegnando le dimissioni da ministro dell’Interno, il 9 maggio del 1978, lo stesso giorno in cui venne trovato il cadavere di Aldo Moro nel bagagliaio della Renault 4 rossa in via Caetani. Un’altra fortissima immagine simbolo di quegli anni.
graziarosa villani
mostra visitata il 6 luglio 2006
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una chicca: sul Lungotevere vicino a ponte Garibaldi fino a qualche tempo fa c'era la scritta "KOSSINO ASSASSIGA"!