Il senso di questa mostra è forse nel percorso che l’artista impone allo spettatore e agli spazi della galleria, in una coinvolgente progressione verso la luce fioca dell’ultima opera, racchiusa nella stanza di un poeta.
Un cammino di colore e di forme, sublimato dai continui rimandi tra le opere, dall’indagine della loro dimensione temporale. Un prima e un dopo che sostiene il passo del racconto: il prima dell’immaginazione al lavoro e il dopo di ogni nuovo allestimento.
Già nel comunicato stampa, nel titolo stesso scelt
Il leit motiv raggiunge un apice in Verso N (2002), sineddoche della penultima esposizione di Pirri (alla Tucci Russo di Torre Pelice), per poi dissolversi alla fine del percorso, quando ispirazioni più antiche ripetono la loro realizzazione nel nuovo contesto. Dal boschetto di bambù di Villa Medici (2000), riemergono le steli verticali che allora segnalavano le stazioni di sosta nel sentiero, vicoli ciechi di un labirinto umano permeato dall’ambiente naturale: qui, però, appaiono isolate in un’emanazione
In quest’ultimo tratto la successione degli sguardi diviene stringente e asciutta, procede per rapide conversioni fino ai libri della Stanza di Penna (2000-2004, già esposta al Palazzo delle Papesse nel 2001), dove i volumi sono rivolti verso una lampada che ne rivela appena i colori, creando invece ombre lunghe e dense, diverse dal diffuso pulviscolo cromatico della prima parte della mostra (si chiude il tragitto dalla pittura all’invenzione).
Al centro del percorso sono collocate, ad indicare una frattura, due opere recentissime: si intitolano Notte e Giorno, grandi superfici di alluminio che sembrano rappresentare una possibilità di visione svelata dall’incontro con la luce. Ritagliano l’attimo successivo e precedente al tramonto e all’alba: le linee contratte della notte, la densità del colore riflesso sulla parete nuda, il viola scuro rigato dal supporto contro al distendersi piatto del paesaggio mattutino, modulato in colature delicate di grigio, bianco e rosa.
articoli correlati
Le opere e i giorni 2- il precetto
Gilberto Zorio: prima mostra di Oredaria
francesca zanza
mostra visitata il 3 febbraio 2004
La nascita della Sonnabend Collection Mantova, dentro il restaurato Palazzo della Ragione — inaugurata il 29 novembre 2025 con 94…
Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…
Visualizza commenti
Ho avuto il piacere di conoscere l'artista e di vedere "in gestazione" alcune di queste opere nella sua bella casa/studio al Mandrione; è un'emozione vera per me ammirarle ora in questa interessantissima mostra !.Complimenti all'artista di qualità, anche per l'allestimento,( gli acquerelli all'esterno però....) ed all'uomo schivo e ...perplesso sull'uso/abuso di parole...!!
( vedi presentazione del libro sulla sua opera al MACRO).Una richiesta : lo riprendi il progetto di portare l'arte contemporanea in periferia?
Con stima e ammirazione
Raffaello Paiella