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Fino al 9.IV.2016 | Silvia Camporesi, Atlas Italiae | Galleria del Cembalo, Roma

di - 5 Marzo 2016
Atlas Italiae è la storia per immagini di un Paese troppo spesso abbandonato: lasciato da chi lo abitava, trascurato da chi lo vive ogni giorno, in entrambi i casi ai molti sconosciuto. Silvia Camporesi scrive un racconto per tavole, tante piccole bandierine di quelle che si mettono sulla cartina di una terra esplorata, una manciata di puntini rossi che, seppur non ricoprendola per intero, restituiscono un percorso fatto di luoghi – anch’essi abbandonati – che non si mostrano nel loro essere abitati (quindi nella loro ‘destinazione d’uso’) né hanno la peculiarità di essere architetture mai completate e rimaste a disegnare nuovi panorami italiani. Dopo un lavoro di ricerca durato un anno e mezzo, che ha visto l’artista percorrere le venti regioni italiane, la mostra ripercorre un atlante ideale, che non ha nessun riferimento alle immagini cui si è abituati nello sfogliare le pagine di una raccolta geografica sulle bellezze italiane. Il contesto della Galleria del Cembalo, nella sua cornice elegante di Palazzo Borghese riescono nell’efficace risultato di non sminuire le immagini, anzi di arricchirle di ulteriore luminosità e spessore, nella mostra realizzata grazie alla collaborazione della Galleria Z2o di Sara Zanin.
L’atlante della Camporesi è, piuttosto, un intreccio di spazi vissuti in un tempo più o meno lontano, sospeso nel tempo, un atlante di luoghi in via di dissolvenza, ove giace già più o meno visibile una patina di antico, come la polvere che si posa sugli oggetti dimenticati in soffitta. All’interno del progetto ci sono i luoghi fondamentali della vita di ogni giorno, dall’ospedale alla scuola, dal carcere al cimitero, che sviluppano un filo rosso nella costruzione di un grande Paese che rischia di ingrigirsi fino a scomparire.

Davanti alle immagini di Atlas Italiae si rimane prima attratti dalla bellezza estetica, limpida e puntuale, frutto di una costruzione esatta fatta a tavolino, in particolare le stampe in bianco e nero che l’artista colora minuziosamente a mano per restituire loro la possibilità di fuoriuscire dal passato e ritrovare vita nel presente. Subito dopo l’occhio resta interrogativo davanti a queste visioni spettacolari, bellissime seppur nel loro melanconico legame con un passato che resta nel disordine delle carte ritrovate, nell’erba che cresce alta nei giardini, nell’edera che imperversa sulle mura, nei calcinacci accumulati ormai trasformati in polvere. Dove si trovano quei luoghi? In quali regioni sono localizzati quei nomi per lo più sconosciuti? Quanti sono i borghi ormai disabitati, persi nella storia, dimenticati?
Eppure quelle immagini sembrano riportare indietro qualcosa dalla mente, come i sogni che si fanno e non si riescono a ricordare, per poi tornare indietro come tanti deja-vu nascosti da qualche parte nella memoria. Come quello di una barca che approda su un terreno sterrato, un tempo ristorante, o la vetta di un campanile immerso nella neve, unico relitto di un paese perso nell’immensità del bianco.
Le città inesplorate di Silvia Camporesi hanno qualcosa delle Città invisibili calviniane, astratte e lontane dalla realtà, eppure così intrise di vigore e carattere che le rende estremamente verosimili. Sospese in una dimensione distante, eppure tanto concrete nel loro esistere fisicamente in un luogo preciso.
In un periodo storico in cui si sente tanto parlare di fughe di cervelli e di partenze come unica possibile scelta per chi abita un Paese in crisi e – per i più – non in grado di riprendersi, Silvia Camporesi costruisce una nuova identità italiana fatta di perle da riscoprire e curare, quell’Italia fatta dei tanti borghi e delle tante peculiarità, dei tanti comuni che sono rimasti tanto distanti nonostante la sancita Unità, che l’artista esalta nella loro tangibile bellezza.
Fuggire è davvero l’unica via percorribile?
Alessandra Caldarelli
mostra visitata il 20 febbraio 2016
Dal 20 febbraio al 4 aprile 2016
Atlas Italiae
Silvia Camporesi
Galleria del Cembalo
Palazzo Borghese – Largo di Fontanella Borghese, 19 – Roma
Orari: martedì – venerdì 16.00 – 19.00 e su appuntamento

Nata a Roma nel 1988, consegue la laurea magistrale in Storia dell'Arte nel 2012 presso Università degli Studi di Roma La Sapienza. Dopo aver fatto diverse esperienze nel campo, dalla didattica e mediazione presso il MAXXI all'esperienza in galleria tra Roma (1/9unosunove) e Parigi (Galerie Antoine Levi), nel 2014 è assistente al coordinamento delle gallerie partecipanti ad Artissima a Torino. Oggi si sta formando per diventare Registrar. Collabora con Exibart dal 2012 e da un anno anche con INSIDE ART. Scrivere è da sempre la sua passione.

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