Categorie: roma

fino all’1.IX.2002 | George Segal – The Artist’s Studio | Roma, MACRO

di - 1 Luglio 2002

Ricorrendo ad una teoria tanto strampalata quanto suggestiva, (ma che può vantare un illustre padre, Balzac e un certo numero di sostenitori alquanto improbabili) a proposito delle sculture di George Segal (1924 – 2000) – e del loro immutabile, silenzioso riuscire ad affascinare – si potrebbe dire semplicemente che dentro deve esserci rimasto qualcosa. Qualcosa che era intrinseco nel soggetto scelto come modello per il calco sul vivo, simile ad uno strato impalpabile che si è scollato per aderire in modo improvviso e definitivo alla forma in gesso…
Ai suoi tempi Balzac chiamava questa epidermide evanescente membrana infinitesimale ed imputava al neonato procedimento fotografico la possibilità di catturarla e trasferirla nell’immagine risultante: così la lastra impressionata acquisiva, suo malgrado, un potere esoterico e il tutto somiglia ad un tentativo di parafrasare il nodo transeunte – assoluto, una vecchia questione destinata a non esaurirsi e tornata a premere con urgenza.
Curiosamente, le sculture di George Segal, sollevano una suggestione quasi analoga.
Sono calchi in gesso eseguiti sul vivo, impronte di una vita in particolare quella del soggetto di volta in volta scelto, fermato in una posizione e per una composizione che ha deciso l’artista: si tratta, comunque, di una persona che imprime e consegna la propria forma ad un materiale che, solidificato, la renderà durevole (almeno potenzialmente…). Non sempre vale il criterio della somiglianza e della riconoscibilità (per fare un esempio i tratti di Daniel Berger, modello tra le tante opere, anche di Italian Restaurant del 1988 sembrano un po’ perdersi, più simili ad un tipo che ad una fisionomia) di chi ha posato, ma sembra trascurabile, forse è più importante notare come il caso particolare concorra a raccontare l’universale o qualcosa che ci si approssima molto.
Perché i gruppi statuari di Segal sono rappresentazioni dell’incommensurabile e non solo per quel che concerne la scelta dei temi – che di volta in volta sono stati storici (uno per tutti il controverso monumento in memoria dell’Olocausto), biblici, simbolici, ma anche quotidiani, comuni, banali – quanto per la dignità silente dei personaggi, che potrebbero essere ognuno e – di fatto – sono stati qualcuno o meglio la traccia di qualcuno.
La mostra romana, prima retrospettiva dedicata all’artista in Italia, riesce ad evocare la sensazione di uno spazio poetico, dilatato, un paesaggio necessariamente spoglio: l’allestimento comprende grandi sculture, opere di formato più piccolo ed una per lo più inedita panoramica su Segal pittore dai cromatismi violenti – che un po’ cita Kline, un po’ De Kooning – e disegnatore di ritratti, in cui il pastello sfuma i volti in visioni. Le foto di Dino Pedriali sono un reportage nello studio di South Bruswick: c’è Segal al lavoro, ci sono vedute parziali delle stanze, scandite dalla casualità con cui i gessi si susseguono e particolari delle opere in cui la luce cade radente sulle superfici scabre.
Ai gruppi di grandi dimensioni il compito di esemplificare una sorta di parabola esistenziale. Che inizia con gli Homeless (1989) seduti sul ciglio di una strada qualunque, passa per un gruppo di persone ad un bivio (Change Meeting, 1989), per una donna che attende la metropolitana (Woman on Blue Bus Seat, 1999), chiude in un dialogo di sguardi il dramma del sacrificio di Isacco (In memory of May 4, 1970: Kent State – Abraham e Isaac, 1978)… e finisce con il Sogno di Giacobbe (1984 – 87) e il volo di due acrobati (The Circus Acrobats, 1981). Creature trasfigurate o semplicemente due corpi tesi nella difficoltà di un esercizio. Comunque, stanno proprio per afferrarsi.

articoli correlati
New York Renaissance, arte americana al Palazzo Reale di Milano
La gloria di New York, opere dalla collezione Ludwig
link correlati
il sito web di The George and Helen Segal Foundation

maria cristina bastante
mostra vista il 13.VI.2002


George Segal. The Artist’s Studio, a cura di Gianni Mercurio in collaborazione con The George and Helen Segal Foundation
MACRO, via Reggio Emilia 54, 0667107900, www.comune.roma.it/galleriacomunale, mar_dom 9-19 festività 9-14 ch lun, ingresso intero 5.16 euro, rifotto 4.13 o 2.58 euro, catalogo edizioni de Luca.


[exibart]

Articoli recenti

  • Mostre

Alice Neel. I am The Century, a Torino la sua prima retrospettiva italiana

Alice Neel. I am The Century, è la prima retrospettiva in Italia dedicata alla pittrice statunitense, a cura di Sarah…

7 Dicembre 2025 0:02
  • Mostre

Le mostre da non perdere a dicembre in tutta Italia

L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi più interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra…

6 Dicembre 2025 21:00
  • Mostre

Milano riscopre Bice Lazzari con una grande mostra a Palazzo Citterio

Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…

6 Dicembre 2025 15:00
  • Progetti e iniziative

Spazi di Transizione a Bari: il waterfront diventa laboratorio urbano

A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…

6 Dicembre 2025 13:30
  • Musica

Il tempo secondo Barenboim: due concerti, un Maestro e l’arte di unire il mondo

Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…

6 Dicembre 2025 12:30
  • Fotografia

Le fotografie di Alessandro Trapezio sovvertono i ruoli dello sguardo

In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…

6 Dicembre 2025 11:30