Urban Act#2 rilancia Roma come capitale internazionale dell’arte underground, rafforzando una vocazione che, esplosa nei depositi della metropolitana nel corso degli anni Novanta e dilagata sui muri della città, sembra destinata a nuove metamorfosi stilistiche.
Il garage di via Trinità dei Pellegrini ne offre un’ampia rassegna, che spazia dalle tendenze autoctone a quelle straniere, mostrando la diffusione capillare di un fenomeno in rapida escalation, soprattutto tramite internet. La rete rappresenta il medium principale di visibilità e networking per gli street artist, che in questa “galleria virtuale” documentano i propri lavori, volutamente effimeri ed in situ. Studio 14, per il secondo anno consecutivo, diventa la sua propaggine reale, ospitando le opere “off the street” di artisti nati e cresciuti in strada. L’atmosfera informale, i drappelli di giovanissimi assiepati davanti all’ingresso, il sottofondo musicale ad hoc (curato da Gabriele Stabile, Z-Zed e Monofase) creano l’ambiente ideale ad accogliere l’evento d’arte urbana.
Tra gli ospiti d’Oltreoceano, padri putativi del genere, spicca Urban Medium (Atlanta, Usa), noto per la massiccia campagna di stickerism. La sua icona più cool? Quella del Che con la maschera antigas, variamente interpretabile: il timore di un imminente attacco batteriologico, avvertito persino dall’eroe rivoluzionario; la patogenesi di un mito, ormai abusato; l’identificazione del guerrigliero con le pattuglie dello spray, sua versione contemporanea… Ripper 1331 (Usa) rende omaggio ad uno dei maestri del Graffitismo, evidenziando la linea di continuità che lega lo stile tipografico al rinnovato interesse per l’immagine, segno dei nostri tempi, nutriti a pane e…televisione: Basquiat è così celebrato come ispiratore di un istinto irrefrenabile a sconfinare dai luoghi deputati alla dimensione fluida e camaleontica della metropoli.
Anthony Skirvin (San Francisco, USA) utilizza la tecnica, ormai dilagante, dello stencil per immortalare vedute fredde del paesaggio urbano, imbalsamato nella veste anonima di un qualsiasi block americano. Una città fossile, la sua, come gli animali encaged (in gabbia), colorati arbitrariamente per restituirgli una nota di vita.
Il panorama europeo, non meno variegato e ricco di stimoli, è rappresentato da Pisa ed Evol 73, veterani della kermesse. Il duo berlinese ripropone il suo repertorio volutamente raw, fatto di cartoni corrugati ed altri materiali trouveé (un omaggio a Duchamp?). Colpisce l’immagine di una turista, in tenuta rigorosamente casual e
maria egizia fiaschetti
evento visitato il 7 dicembre 2004
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