Le sette grandi tele esposte, sono sufficienti a creare, nelle sale della galleria, quell’atmosfera evocativa di terre lontane dalle quali estrapola immagini soffuse e pregnanti di materia.
La sua ricerca parte dalla pittura gestuale per amalgamarsi a materiali di recupero che decontestualizza al fine di renderli tutt’uno con la superficie pittorica. L’evidente stratificazione delle sue opere suggerisce esistenze vissute profondamente, nelle quali incide codici che testimoniano il passaggio di qualcuno o un evento da non dimenticare.
Fondamentale, per la sua formazione, il soggiorno in Africa del quale riporta i
La presenza di croci, all’interno di un campo delimitato, viene interpretata dalla Menesini come il simbolo di una comunicazione negata, rafforzata, in alcuni casi, da grate che si stagliano sullo sfondo. Come nel caso dell’opera intitolata “Funesto lamento ” – a mio avviso uno dei pezzi più interessanti – una gran croce nera in primo piano, si espande su un intenso sfondo rosso, dal quale emergono ombre minacciose. Lo scenario denso di drammaticità è appena attenuato da una bianca luce che timidamente si affaccia, quasi a neutralizzare il pathos.
Se in “Vorrei strapparti il cuore” emerge quell’amore selvaggio e “cannibalesco” della metropoli, non si può affermare lo stesso per “Isola-Implode-Muore ” dove i codici quasi graffiati nella superficie, evocano emozioni che cercano di liberarsi da un passato silenzioso.
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Mi piace quest'arte materica e muscolare.
Cara Roberta, non posso fare altro che ringraziarti per la bella recenzione. Spero che sia l'inizio di una fruttuosa collaborazione.
E' stata molto gradita la tua gentilezza di segnalarci la presenza in rete di questa tua, ti prego per il futuro di continuare a farlo ci aiuta ad essere più efficaci nel nostro lavoro.
Ancora complimenti
L'Uffico Stampa
del Centro Man Ray
Rita Atzeri