L’obiettivo della rassegna è il confronto di linguaggi e modelli artistici tra “vecchia” e “nuova” generazione, non necessariamente accomunabili ma anche volutamente in contrapposizione come nella precedente mostra che ha visto Primo Pantoli, contestatore di una società troppo “stretta”, affiancarsi al giovane Fabio Saiu, il quale prende le distanze da una realtà particolarmente negativa.
Le opere di Giuseppe Pettinau, disposte nella prima sala, coprono un arco cronologico dai primi anni settanta ad oggi. L’espressione di un linguaggio informale, con reminiscenze primitive dai toni particolarmente caldi, è determinata dalle profonde incisioni, come volontà di far emergere il tormento e la precarietà dell’esistenza. Fautore del rinnovamento visivo in Sardegna, la sua ricerca analitica, improntata su un drammatico espressionismo dato dalla potenza del gesto e dal bisogno di matericità, confluisce negli anni ottanta in un linguaggio autoriflessivo.
La serie di piccole opere presentate da Monica Solinas sono pervase da quella ieraticità delle antiche icone il cui richiamo è fortemente rappresentato dalla foglia oro. Nei minimalisti “paesaggi”, che prendono il titolo di Microcitazione, la giovane artista prosegue la sua riflessione sul disagio comunicativo iniziato nel 1999.
All’interno della rassegna si è tenuta la presentazione da parte di Placido Cherchi e Leandro Muoni del libro di Luigi Mazzarelli “Alla ricerca della forma perduta”, il testo alla sua seconda uscita fu pubblicato nel 1983 in occasione della mostra personale tenutasi alla Galleria d’Arte Moderna.
Dal 27 aprile al 14 maggio sarà la volta della terza e ultima esposizione dell’iniziativa che vedrà in mostra le opere di Paola Dessy e Alessandro Meloni.
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Roberta Vanali
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