Urp! l’avranno di certo esclamato i dipendenti dell’assessorato, vedendo i propri uffici invasi da opere d’arte contemporanea non del tutto ortodosse, provocatorie, talvolta ammiccanti, disseminate qua e là in un percorso asistematico, ma emozionante. Come in una specie di caccia al tesoro, in cui ogni bene ritrovato ha il sapore di un vero e proprio cadeaux concesso alla vista.
Gli autori dell’intero carrozzone, di questo scherzo al buon costume ben congegnato, sono Giuliana Altea e Marc Gisbourne. Una curatrice autoctona ed un collega internazionale. Che si dedicano nella formulazione del tema alla base della mostra, alla costruzione di un meccanismo in grado di dare una ventata di cosmopolitismo all’identità sarda, argomento sentito particolarmente dall’audience locale. Con risultati a dir poco curiosi, che vanno ad incastonarsi con svariate sfaccettature all’interno del macrotema centrale: il rapporto tra arte e politica. Trattato a volte con gravità, altre con leggiadria, talvolta invece raccogliendo sull’epidermide dell’opera le suggestioni liberate dallo spazio espositivo, dai contorni, le strutture, le maioliche e gli ornamenti dal gusto così austero e retrò, eppure stimolante per un artista in cerca di sfide.
Così deve averla certo pensata Lorenza Lucchi Basili, la cui installazione di lastre fotografiche rielabora in una texture astratta le superfici esterne dell’edificio dell’Assessorato. E, attraverso la disposizione delle stesse, lasciate a fluttuare nello spazio, crea degli scorci, delle aperture verso l’infinito, opponendo allo stress del lavoro quotidiano una via di fuga verso l’esterno. Un lavoro che dialoga molto bene con quello di Thomas Florschuetz, che pur partendo da presupposti simili, utilizza un’estetica ben più scarna, trasandata. Cui si oppone il mondo sfavillante, a metà tra il futuribile e il vintage creato, da Leonardo Boscani, che tramuta uno degli ascensori di servizio in un’astronave con tanto di sonoro, con un immaginario che fa pensare più alle interminabili serie di Star Trek, che ai giorni nostri.
O il controverso lavoro di Greta Frau, una rosa dei cinque continenti rappresentata dalle immagini fotografiche di altrettanti anziani omosessuali pescati dall’artista in un parco di Berlino, ripresi nudi a grandezza naturale, ciascuno dei quali “geograficamente caratterizzati” da un orpello decorativo: un sacchetto per l’Australia, una ciotola di riso per l’Asia e così via. Fino alle tele di Norbert Bisky, disperse nel dedalo di corridoi e uffici, al video di Melanie Manchot, quattro monitor che inquadrando i volti di profilo di altrettanti dipendenti dell’Assessorato convinti a improvvisare canti popolari sardi, richiamano al simbolo regionale dei mori di Venezia, o alle foto di Giulia Sale che aggiunge alle foto preesistenti dedicate ai monumenti regionali, i ritratti di artisti locali.
A queste opere più scanzonate si contrappone la gravità de Y Lavier, la coppia italo–francese che riflette, tramite una video installazione ed immagini di repertorio, sulla tragica vicenda delle Banlieu. O Lucas Lenglet che mima attraverso un cumulo di copertoni, impreziosito dall’inserto di un calco in ferro, le barricate della resistenza. Fino ad Oswaldo Macia, che registra la condizione umana sulla traccia di un proverbio del Darfur, non senza un velo di struggente, angosciante malinconia.
santa nastro
mostra visitata il 14 novembre 2006
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che vergogna ! I monumenti sardi della mostra si dovrebbero vergognare tutti, a parte pastorello che qualcosa sa fare! la curatrice dovrebbe "curare meglio la scelta dei graaaandi artisti"
Pastorello, Greta Frau, Boscani,e compagnia "importante" e ora di iscrivervi ad un corso di decoupage !
Senza rancore ! E' perche' vi voglio bene !
Una Vergogna !
L'era dei sassaresi,unici portatori della verita' sta' declinando in modo imbarazzante nell'oblio!
Un' insulto allo spettatore che si trova davanti ad una mostra di bassissimo livello con l' aggiunta (persino divertente) delle foto dei "monumenti sardi" ormai erosi dal tempo come le mura del bastione S.Remi' prima del restauro.
esame di coscienza?
Si'!forse è il caso!
Tornate a casa e impegnatevi !
Su' che prima o poi ce la fate !
una mosta veramente noiosa
ma bravo,vedi che ci arrivi....i" monumenti sardi" forse, hai capito che era un gioco...ci stanno giocando tutti i cagliaritani!ora rifletti anche su le tue verita'che ti impediscono di vedere oltre al concetto di desamistade.felice di questo dibatito che" URP... scusate " ha fatto nascere, vi saluto.
ps se chi ha scritto il pezzo sulla mostra invece di fermarsi solo sull' ascensore, si guardava intorno per leggere il resto del lavor che completava
l'installazione, avrebbe trovato qualche elemento in piu'.
ma forse l'unica fantascienza che conosci e' star trek
ciao
urp che artisti ! finti giovani!
una mostra mangiasoldi
...quanto spreco di danaro...e di spazio!!!!
invasati......dagli invasori