Come un antico spettro che, carico di sofferenza, vaga brancolando nel buio alla ricerca della luce e della salvezza, appare così a Bernardì Roig, l’immagine dell’uomo e della sua solitudine. Assoluta, in tutta la sua inquieta essenza Le sei incisioni dell’artista maiorchino, oggi in mostra nella Galleria Sottopiano, somiglianao ad arazzi appesi alle pareti di una dimora regale. Indubbiamente interessanti per il richiamo alle tonalità chiaroscurali e allo studio della luce tipicamente fiamminghi, le opere eseguite nel 2001 con la tecnica dell’acquatinta, rappresentano un unicum nell’ambito della
Un uomo, simile ad un burattino mosso da un oscuro ed ineluttabile destino, cammina quasi in punta di piedi cercando l’uscita della Chiesa dalla quale ha appena rubato un prezioso lampadario. L’ultima incisione, dove l’uomo durante la disperata ricerca perde la testa, rivela da parte dell’artista il bisogno assoluto di comunicare il profondo stato di disagio creato dalla società, un peso che grava continuamente sulle sue spalle. La luce, che qui sfavilla dalle lampade nell’ombra della navata, è un elemento ricorrente nell’arte di Roig e non assume di certo un significato positivo. Nelle sue installazioni è frequente l’utilizzo della luce che, sottoforma di fiamma, scaturisce dagli occhi umani rappresentando quasi un simbolo di distruzione. Al di là dell’immediato senso catastrofico, le opere di Bernardì Roig offrono, in maniera sempre più incisiva e con qualsiasi strumento visivo siano create, un interessante spunto alla riflessione sulla fragilità dell’esistenza.
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