Prendete dodici artisti isolani aperti alla sperimentazione, al di là dell’età e del proprio romanzo di formazione. Fateli dialogare a coppie, senza inchiodarli ad un tema stabilito, accompagnando ogni incontro con una performance e un’installazione video sonora. Avrete così Zone parallele, il risultato di un’originale ricetta elaborata da Roberta Vanali e cucinata nei locali della galleria La Bacheca.
Protagonisti del primo assaggio di questa rassegna, che si snoda per capitoli lungo l’arco di circa due mesi, i libri scomodi di Gemma Tardini e le Mariposas di Giulia Casula. Libri che veicolano messaggi inattuali -la pace, la libertà, la non discriminazione- ridotti a macerie, bruciati e incatramati come rifiuti, ma ancora parlanti, come i simboli che esprimono. Segni che parlano attraverso piccoli lembi di carta scampata al massacro, alla distruzione. Libri-macerie che tessono fili sottili e lanciano sguardi abbaglianti alle eteree mariposas stagliate sulla tela chiara con poche pennellate, farfalle pensierose che non dicono, ma evocano con la loro leggerezza quel soffio che accomuna un battito d’ali e un respiro. Un flatus che si ripete nel carillon effimero e nel lirico video di Matteo Piras.
Zone parallele che si affrancano dalla necessità propria del concetto geometrico perché, pur nascendo all’insegna della assoluta libertà espressiva svincolata da un tema obbligatorio, si incontrano nei loro sguardi reciproci, si abbracciano e si contaminano, si ibridano senza confondersi. Esperienza che si ripete e si amplia quando il parallelismo coinvolge altre zone, altri giochi linguistici.
Come nel video e nella performance di DIART di Angelo Secci –immagini oniriche sospese tra forme e colori che evocano gli espressionisti ma anche i fauves, prodotte da una metamorfosi percettiva che origina da un piccolo brandello di materia sotto forma di pellicola colorata– accompagnata dalle elaborazioni di musica elettronica di Daniela Zedda e Stefano Ferrari.
Protagonisti dei prossimi “episodi” saranno dapprima Antonello Casu ed Elisabetta Falqui che si muovono nel campo della fotografia e dell’incisione, seguiti da Simone Dulcis e Marta Fontana, entrambe provenienti dall’arte informale, mentre Giuliano Sale e Silvia Argiolas chiuderanno la rassegna dialogando sull’arte figurativa.
francesca giraldi
mostra visitata il 13 maggio 2005
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