Un caldo e naturale lavoro artigianale, i licuccos di Caterina Lai sono forme che nascono dalla memoria. L’artista ricorda istintivamente, nel loro aspetto plastico, i ciottoli della spiaggia del paese, il pane lievitato, i dolci fatti a mano, le braci spente del camino oppure i giochi semplici di una volta come trottole o bottoni. Risalta il valore simbolico della forma: “oggetto tangibile”, carico d’immagini e di memorie.
Sono realizzati in “bucchero”, tecnica antica che fa assumere all’argilla una colorazione nera, naturale. Talvolta traslucidi con riflessi metallici, altre opachi, la loro superficie è graffiata da segni rapidi che ricordano esplicitamente alcuni tratti dell’opera dell’illustre zio Salvatore Fancello. Le impronte che l’artista incide sulla creta sono testimonianze di un passato che riemerge sul filo della memoria, sono simboli, nomi, filastrocche e ritornelli mutuati dalla cultura del paese d’origine, Dorgali.
Nell’installazione presentata al MAN, in un luminoso ed avvolgente ambiente bianco, migliaia di licuccos, di tutte le dimensioni, occupano il pavimento, con semplicità. Senza artifici, sono posati al suolo a formare montagnole e insenature, come in una
La genuinità formale degli oggetti e la spontaneità della memoria che espongono si unisce alla musicalità del dialetto dorgalese con cui Caterina Lai compone sui licuccos, musicalità che il visitatore può rinvenire sulle pareti della sala, dove alcuni ritornelli sono riprodotti. L’installazione colpisce per l’armonia della composizione, una quiete sospesa tra terra e acqua, elementi che costituiscono l’essenza stessa dei licuccos, ai quali l’artista lega frammenti di memorie, piccoli racconti incisi pazientemente sulla creta.
Ideata e curata dalla direttrice del museo, Cristiana Collu, la mostra rientra nell’ambito del progetto One man show che alternerà nelle sale del MAN il lavoro di due artiste: dal 14 marzo al 27 aprile Caterina Lai e dal 2 maggio al 15 giugno l’opera di Rosanna Rossi. La componente “segnica” della ricerca artistica delle due donne costituisce il motivo ideale per accompagnare il progetto all’esposizione della prestigiosa Suite Vollard, la maggiore collezione d’incisioni di Picasso .
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