Ricerca e sperimentazione sono alla base della selezione degli artisti con la quale la Galleria Studio 20 Arte Contemporanea di Gianfranco Sanna inaugura il suo primo appuntamento. La mostra, curata da Roberta Vanali, offre uno spaccato delle ultime tendenze artistiche in Sardegna e getta le basi per un susseguirsi di eventi che avranno come criterio di realizzazione l’attenta selezione, una valutazione qualitativa che privilegia la giovane arte. Start coinvolge quindici artisti già affermati e tre esordienti, attraverso l’esposizione delle più recenti espressioni del loro percorso creativo.
La scelta dei mezzi e la rielaborazione dell’immagine fotografica rivela la maturità della giovane Valentina M. che nel lightbox ha voluto esprimere il concetto di “sovrapposizione dell’identità”. Si avvicina più ad un genere fumettistico l’opera di Roberta Ragona, con i suoi personaggi fantoccio che esprimono la degradazione umana. Parte dal recupero del trash l’analisi di Franco Podda, con un’elaborazione digitale di un’immagine tratta da un sito hard, sottoposta ad un processo di affinamento concettuale. Le immagini della bambina morta e del suo assassino sono sempre care a Silvia Argiolas. Accanto alla figura, tecnicamente influenzata dal cartone animato in 3D, emerge la rappresentazione dell’interno di una casa. L’elaborazione di Gavino Ganau, attraverso l’utilizzo di un linguaggio neorealista, è la rappresentazione di una condizione di disagio nei confronti dell’atteggiamento di un paese che impone i propri modelli di vita. Il bambino e il topo del dipinto di Giuliano Sale
L’uso di materiali locali caratterizza l’opera di Monica Lugas, determinata dal contrasto di una parte esterna rappresentante candore, purezza e una parte interna vibrante di calore e passione. Tutt’altro che candidi e teneri i pulcini di Gianni Nieddu. Esseri incattiviti, da vittime diventano protagonisti di una carneficina dove il senso del dramma è reso in modo essenziale. Nel poetico arazzo ricamato, Josephine Sassu gioca con il linguaggio dei fiori sovvertendone i colori naturali e le forme in un atto di libero arbitrio. Accanto alla poesia bene si accosta la composizione lirica di Giorgio Urgeghe, nella quale essenzialità e sintesi formale e cromatica caratterizzano le sue ultime tendenze pittoriche. Segno di protesta per quello che ora rappresenta il mondo dell’arte la presenza-assenza di Danilo Sini, con Assenza 97,. Nel video di Cristian Chironi l’artista si sottopone ad un rituale sociale assai diffuso, la vestizione della sposa, in una proiezione sequenziale di fotografie. Interpretando le parole del sociologo Niklas Luhman, Marta Fontana realizza “i vertici” intesi in senso politico, che rappresenta con una sintesi formidabile attraverso l’installazione di cui esegue la proiezione sul soffitto. Nella rappresentazione informale di Simone Dulcis l’artista ha voluto ricreare, attraverso il colore e la consueta gestualità, il contesto socio-culturale della società tribale. In linea con il gusto sperimentale della mostra, la ricostruzione, in chiave ironica, della “cucina” di Elisabetta Falqui, un’installazione interattiva composta da pseudo mattonelle colorate componibili.
Di lirica interpretazione la preziosa tela bianca tessuta a mano e completamente ricamata da Gianfranco Setzu. Al centro della raffigurazione Eva che al posto del frutto proibito, tiene in mano e si accinge a mangiare una ghianda. Con la poetica dei viaggi ideali si esprime, invece, Leonardo Boscani che realizza un assemblaggio di immagini digitali, decorato con la foggia di un antico tappeto persiano.
erica olmetto
mostra visitata il 20 gennaio 2006
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