Durante questo fine settimana inaugura ufficialmente la galleria civica di siracusa. ll direttore sarai tu che sei nato a Siracusa ma sei cresciuto professionalmente tra Bologna e Milano. La tua storia però è legata a quella di Tema celeste, rivista fondata a Siracusa, dove ha avuto la propria redazione per molti anni. Le tue impressioni a caldo?
Sono molto felice di essere “tornato a casa”. Pensavo che non avrei più lavorato in Sicilia, dopo essermene andato a diciotto anni come tanti miei coetanei. E poi il caso ha voluto che io cominciassi a collaborare con una rivista fondata a Siracusa, che aveva da poco trasferito la sua sede a Milano. Ma resta sempre quella strana sensazione di sradicamento, per cui oggi sono molto felice di essere tornato a Siracusa per dirigere la Galleria Civica d’arte contemporanea di Montevergini.
Come è nato il progetto?
La Galleria Civica fu istituita nel 1997, e fu diretta da Demetrio Paparoni, allora direttore di Tema Celeste. Alcune vicessitudini politiche ne hanno poi limitato l’utilizzo a una gestione saltuaria e occasionale. Durante lo scorso autunno il Sindaco Titti Bufardeci, dopo alcuni incontri mi ha chiesto di pianificare un’attività coordinata, che potesse inserire la Galleria all’interno del circuito nazionale dell’arte cercando di valorizzare al meglio le risorse. E non ho potuto rifiutare.
Qual è la sede espositiva, ce ne parli?
La Galleria Civica ha la sua sede nell’ex Convento di Montevergini, che ospitava le monache di clausura, uno splendido edificio, a pochi metri da Piazza Duomo. Uno spazio suggestivo e affascinante. Occorrono ancora molti lavori per ristrutturare tutto il complesso, ma lo spazio espositivo è già piuttosto esteso.
Come sarà inaugurata l’attività espositiva?
Siracusa non è una città ricca, ed è perciò necessario procedere gradualmente. Per questa ragione ho pensato di costituire una collezione di prestiti a lungo termine, in modo da avere sempre a disposizione opere, spunti, idee e coinvolgere sin da subito artisti, gallerie e collezionisti che sostengono un progetto importante per la Sicilia. La risposta di tutti è stata carica di entusiamo e questo mi ha dato molta energia. Questa mostra inaugurale, dal titolo “Invasione Italiana”, è dunque l’occasione per presentare la Galleria rimessa a nuovo, una ripresa di possesso, una “invasione” appunto, dello spazio espositivo da parte dell’arte d’avanguardia. Da Vanessa Beecroft a Miltos Manetas, da Marco Neri a Piero Golia, da Gabriele Picco a Stefania Galegati, da Elisabetta Benassi a Loris Cecchini, 35 artisti italiani di origine o di formazione, noti e meno noti, presentano opere di carattere diverso, concezioni diverse dell’arte e della realtà del nostro tempo.
La serata di apertura vedrà inoltre una performance musicale di grande prestigio. Il bassista Saturnino (noto per il sodalizio con Jovanotti) e il pianista Giovanni Allevi dedicheranno un “Omaggio a Demetrio Stratos” appositamente composto per questa occasione.
Puoi anticiparci altri eventi espositivi?
A settembre Enzo Cucchi e Ettore Sottsass inaugureranno la stagione espositiva, con una mostra di opere realizzate a quattro mani e nuovi progetti per Siracusa.
Quali sono i tuoi auspici? Stimolare e coinvolgere la città? Collocare Siracusa nella rinascita culturale siciliana che ha già Palermo e Catania come protagoniste? Cos’altro?
Ritengo necessario rafforzare i rapporti con città quali Catania e Palermo, dove esiste un’attività legata all’arte contemporanea di buon livello, e soprattutto radicare con forza Montevergini nella realtà sociale e culturale in cui sorge. È necessario che realtà vicine uniscano le proprie energie, non solo espositive ma anche professionali. La rinascita della Sicilia deve partire dalla competenza e dalla passione, non soltanto da massicci investimenti economici, che pure sono importanti. È necessario non perdere mai di vista il fatto che il nostro pubblico di riferimento non è e non può essere diverso da quello di Milano, Roma o Torino. Come ti ho detto all’inizio, sono uno sradicato e in quanto tale l’unica cosa in cui credo è la qualità del lavoro e la visione culturale del mondo. Solo questa può legare o dividere le esperienze e le storie a un livello profondo.
Massimiliano Tonelli
[exibart]
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