“A Palermo nel cuore del centro c’è un’antica
focacceria, davanti alla chiesa di San Francesco”, cantavano incalzando i
Modena
City Ramblers. Ma
non è solo la pur eccezionale vivanderia che fa perdere la sua nascita nel
passato, a far parlare del capoluogo siculo. Da qualche anno a questa parte si
è imposta sulla scena culturale palermitana l’emergente galleria Zelle, tanto
da diventare meta consigliata per turisti e appassionati. Doppio spazio che
affaccia il fronte su via Bonello e apre il retro a via Fastuca, radunando una
piccola cerchia di artisti locali, senza tralasciare i contatti in continente.
Una fucina di creatività che si è assunta il compito di coniugare la giovane
arte contemporanea con la sperimentazione musicale e le arti performative.
Il programma alterna progetti individuali, piccole
collettive tematiche e ampie selezioni che estendono la loro indagine dalle
Madonie alle Alpi.
È il caso di
Sweet Sheets, che approda alla terza edizione
con qualche ritocco necessario e portando il numero degli invitati a sessanta
presenze.
Racconta
Federico Lupo, nella doppia veste di artista e
gallerista, che superato il disagio della scorsa edizione – perché, come dice
Caparezza,
“il secondo album è sempre il più difficile” – quella in corso ha avuto un
grande successo. Non si stenta a credergli, perché il lavoro di ricerca risulta
approfondito e spazia dalla nuova ondata di pittori agli sketch di street
artist noti, dalle lastre dei giovani incisori alle matite di quelli per cui il
disegno è solo una delle tante possibilità.
È un taglio trasversale che ha il merito di omaggiare la
carta come supporto prediletto dalle nuove generazioni, che pur potendo contare
sui ben più tecnologici supporti (computer e suoi derivati) non si esimono dal
lasciare la loro traccia manuale. Dai mondi surreali, popolati di esseri
antropomorfi (
Dem,
Andreco) alle
linee geometriche e taglienti (
Moneyless,
Daniele Giordano), dall’accompagnamento parola-immagine (
Leeza Hoper,
Massimo Gurnari) al sobrio monocromo (
Tommaso Gorla,
108).
Si inseguono alle pareti tecniche e stili, il collage e il
fotomontaggio, l’acquerello e la puntasecca, la matita e il pennarello,
giustapposti a comporre un unico allestimento, un viaggio fra gli appunti di
una generazione. Non è arduo individuare dei filoni, ma il rischio è di
rinchiudere la freschezza di una forma aperta creatasi per l’occasione grazie
alla riunione delle diversità.
Altro pregio del terzo appuntamento della serie è la
presenza di alcune realtà editoriali indipendenti come
Graffa,
Worms e
Und in rappresentanza di un panorama
nazionale fatto di magazine e fanzine che proteggono e sostengono il disegno e
tutti i suoi alleati. Pagina, dopo pagina, dopo pagina.