La progressiva affermazione del design finnico nel mondo, attraverso la vita di uno dei suoi più appassionati collezionisti: Letterio Mangano detto Lillo (1921-2002), un siciliano che ha fatto della sua passione un progetto di vita. Messinese, trapiantato a Milano, riesce, per una serie di fortunate coincidenze, e di ottime intuizioni, a fondare nel 1950 la sua prima società, APPIA, ed a stringere una forte amicizia con il già affermato architetto e designer Franco Albini. Grazie a quest’ultimo, suo mentore, Mangano, in occasione dell’XI Triennale, approfondisce la propria passione per il design finlandese.
Nel ‘58 organizza insieme all’architetto catanese Giacomo Leone La Piccola Triennale di Messina. La scelta è coraggiosa e lungimirante. Infatti, a parte Ponti che sulle pagine di Domus presentava da pioniere l’opera di Aalto, Wikkala e Saparneva, gli anni Cinquanta italiani rimangono indifferenti al fenomeno del design finlandese.
A questo punto è già nata la seconda impresa di Mangano, dall’eloquente nome Finn Form, che vede nell’importazione, grazie ad una stretta collaborazione con Artek (azienda fondata da Alvar Aalto) e con Iittala, la possibilità di diffusione del prodotto di design finlandese in Italia.
La mostra, curata da Anty Pansera, si apre con i paesaggi nordici delle fotografie scattate da Lillo in Finlandia che restituiscono la giusta atmosfera per affrontare un percorso che parte prima dal particolare: la vetraria, la posateria, le lampade, le sedie, per giungere infine all’allestimento di veri e propri ambienti. Alcuni moduli in legno chiaro curvato a 90 gradi sospendono il percorso ponendosi come celebrazione “della betulla” e del “compensato flessibile ed elastico” (Mario Labò, 1936).
Una figura centrale nella collezione è Ilmari Tapiovaara
Emerge continuamente la puntualizzazione di un rapporto con la natura che si palesa nella forma degli oggetti, nel materiale utilizzato per realizzarli con un esercizio di mimesi che sfocia nel misticismo. Colpiscono le trasparenze ondulate dei vasi di Alvar Aalto che imitano l’organico, come il movimento sinuoso e vivo delle concreazioni di Arp, mentre i bicchieri in vetro di Tapio Wirkkala simulano il ghiaccio con un gioco al limite dell’astrazione. La lampada detta “a bomba a mano” restituisce atmosfere anni ‘50 “facendo luce” sulla figura di Aino Marsio prima moglie di Aalto, sua compagna e collega.
“Non è certo la storia, questa, del design finlandese” ma “la storia di quei designer (…) che hanno avuto rapporti con l’Italia, o meglio con un italiano, Lillo Mangano, e con il suo filtro tutto mediterraneo di vedere le cose”, conclude Anty Pansera.
manuela conciauro
mostra visitata il 25 marzo 2006
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Questo cognome non mi è nuovo.
giusto omaggio ad un collezionista inluminato.
si può solo amare il Design Finlandese e noi lo amiamo tutti!