Dopo oltre tre anni di lavori è stato presentato, qualche giorno fa, il nuovo Museo Archeologico di Siena. Lo sforzo del Comune, in collaborazione con i Dipartimenti di Storia e di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università di Siena e con la Soprintendenza Archeologica della Toscana, ha portato al ricollocamento e alla riorganizzazione dell’interessante collezione all’interno del complesso museale di Santa Maria della Scala.
Negli spazi, adibiti un tempo a depositi, magazzini e vani tecnici dell’ex Ospedale, trovano posto le collezioni archeologiche e i materiali provenienti dal territorio senese. La superficie espositiva si sviluppa per circa 2500 metri quadrati di grande suggestione all’interno di passaggi all’interno di tunnel tufacei, grotte, cunicoli.
Il corpus delle opere fu ordinato per la prima volta dal grande studioso senese Ranuccio Bianchi Bandinelli nel 1933, come Antiquarium comunale. Si trattava di donazioni di eruditi e nobili senesi che, già dalla metà del Settecento, confluirono nella Biblioteca degli Intronati, in cui fu costituito un primo nucleo di antichità arricchito nel corso dell’Ottocento da ulteriori lasciti e da materiali rinvenuti in città nel corso di scavi. A ciò si aggiunsero ulteriori donazioni come, ad esempio, quella del marchese Piero Bargagli Petrucci, costituite per la maggior parte da ritrovamenti e da materiali di scavi condotti nella proprietà di famiglia. Nel corso nel Novecento non si interruppero le donazioni che portarono alla collezioni attuale.
Con questa nuova apertura il Santa Maria della Scala offre ai visitatori circa diecimila metri quadrati di percorso museale, il cantiere è tuttavia sempre in fermento e le campagne di scavi, come quelle di restauri, si susseguono.
L’occasione del nuovo Museo Archeologico è stata buona per inaugurare la mostra Messaggi dall’Antichità, evento di grande interesse che, fino al 16 aprile mostra nella prima sala del Museo quattro capolavori dell’archeologia. Un calice con scena mitologica del I secolo, in bronzo, proviene da Pompei insieme ad un Apollo lampadoforo dello stesso periodo.
Le due opere pompeiane dialogano con una gronda a testa leonina che giunge a Siena dal Museo Archeologico Regionale di Palermo. La quarta opera è un vaso in argilla, databile attorno al 730 a. C., proveniente dal Museo Archeologico di Grosseto.
[exibart]
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speriamo che faccia in tempo a vederlo.
Migliaia di visitatori al Museo Archeologico
e alla mostra Messaggi dall’antichità
Grande consenso di pubblico nelle prime settimane di apertura del nuovo Museo Archeologico al Santa Maria della Scala.
Alcune migliaia tra turisti e senesi si sono infatti avvicendati, anche attraverso visite guidate, nei “labirinti” per ammirare sia gli spazi recuperati nel ‘ventre’ del Santa Maria, sia le collezioni del museo archeologico riorganizzate in un percorso di grande interesse suggestione. Vivo successo anche della mostra Messaggi dall’antichità, la prima di una serie di rassegne che il Santa Maria intende dedicare all’archeologia, per richiamare l’attenzione del pubblico su alcuni dei caratteri del mondo antico che ha visto nascere e crescere i contatti tra mondo egeo e mondo tirrenico per uno scambio proficuo e duraturo di oggetti ma soprattutto di idee e cultura. Le opere di questa mostra provengono dal Museo archeologico e d’arte della Maremma di Grosseto, dal Museo archeologico di Palermo e dalla Soprintendenza archeologica di Pompei.