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Addio a Omar Calabrese. Scompare improvvisamente, e prematuramente, il grande intellettuale toscano |

di - 1 Aprile 2012
È stato uno dei più grandi semiologi italiani. Una laurea in storia della Lingua all’Università di Bologna, Omar Calabrese è scomparso improvvisamente ieri sera, a 63 anni, nella sua casa di Monteriggioni. Professore all’Università di Siena, in Teoria della comunicazione, materia di cui era uno dei massimi esperti al mondo, aveva tenuto lezioni nelle università di tutto il mondo, da Parigi ad Harvard, da Berlino a Buenos Aires. Calabrese era stato anche Assessore alla Cultura del Comune di Siena, consigliere della Presidenza del Consiglio dei ministri per l’editoria e la comunicazione, presidente dell’Associazione italiana di studi semiotici e della Fondazione mediateca regionale toscana. Un infarto l’ha strappato alla vita. Ad annunciarlo sono stati Maurizio Boldrini, suo collaboratore, e la professoressa Gabriella Trezzini, sua collega all’università.
Come giornalista aveva collaborato al Corriere della sera, Panorama, El Pais, La Repubblica e l’Unità e aveva curato i contenuti culturali per le Esposizioni Universali di Vancouver, Brisbane, Siviglia, Genova e Hannover.
Condirettore della rivista Alfabeta dal 1980 al 1990, al suo attivo ci sono molti saggi, tra cui Semiotica della pittura (1980), Come si vede il telegiornale (1980, in collaborazione con Ugo Volli), Il linguaggio dell’arte (1984) e La macchina della pittura (1985), L’età Neobarocca (1987). Tra i libri successivi Mille di questi anni (1992), Breve storia della semiotica (2001), Bizzarra mente (2002, con Maurizio Bettini), testo che raccoglie le eccentricità e le stravaganze che nel corso dei secoli sono state inventate.
Se n’è andato guardando la televisione con la moglie, quella televisione per cui aveva in diverse occasioni lavorato, passando da Rai, Mediaset e TVe.

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