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Ambiente e sostenibilità per Quadrilegio. Così Parma fiorisce di creatività

di - 29 Giugno 2019
Spazi privati nascosti dietro a portoni di antichi palazzi nobiliari e chiese sconsacrate che sembrano inaccessibili, dove i colori e i profumi della natura invitano alla quiete e la magia dei luoghi dialoga con l’arte contemporanea. Parliamo di Quadrilegio, un appuntamento consueto per la città di Parma, giunto ormai all’ottava edizione e inserito nel programma ufficiale del Comune di Parma per le celebrazioni di Parma Capitale della Cultura 2020.
Cinque gli spazi che ospitano opere d’arte di vari artisti provenienti da tutt’Italia e che si trasformano in luoghi di dialogo e di meditazione per il visitatore attento a capire come l’arte può diventare uno strumento per innescare meccanismi di crescita culturale. Il tema dell’edizione di quest’anno di Quadrilegio si ispira all’ambiente e alla sostenibilità con un focus sul cambiamento del pianeta e sul ruolo dell’uomo che lo abita, raccontato dalla sensibilità visionaria di vari artisti.
Uno stato di ricerca incessante, fremente e dinamico è evidente nelle opere degli artisti scelti da Giulio Belletti per il suo Spazio BLL. Se le sculture di Davide dall’Osso e Raffaele Penna colpiscono per la loro forte espressività energetica, più delicati ed eleganti sono i lavori di Toni Alfano, per l’evidente ricerca pittorica introspettiva rivolta all’esplorazione della profondità dell’animo umano.
Alcuni artisti ospitati nello splendido Spazio Manfredi di Simona Manfredi si distinguono per i diversi linguaggi espressivi che arricchiscono il fruitore di nuove esperienze visive. È il caso di Nicola Evangelisti, uno dei protagonisti della light art italiana, ma anche di C999, artista parmigiano attivo nel campo del filmaking, della videoinstallazione e del visual mapping, che presenta piccoli lavori a tecnica mista e un video sul tema del dualismo inteso come coesistenza degli opposti. Se di grande effetto è l’installazione dell’ecoartista Greta Cominotti, realizzata nel cortile con bottiglie PET e altri materiali, le sculture di Alex Pinna, oltre a ricordare elementi ripresi da Alberto Giacometti, evidenziano un’indagine delle logiche che generano profondità ed emozione estetica. Questa emozione estetica è ben visibile anche nei pugili di Filippo Negroni per la loro capacità di condurre lo spettatore in un gioco di connessioni che evocano simbologie atte a evidenziare le avversità della vita. Innovativo è Australian Table Continental di Luca Ferraglia – in arte Lufer –, un tavolino di arredo dove sono ben delineati i confini del continente australiano: un’idea originale e, al tempo stesso, ben inserita nel contesto degli attuali problemi sociali.
Storica la Galleria Alphacentauri di Marina Burani collocata a Palazzo Mambrini dove si assapora l’incanto di un’oasi artistica che rapisce i sensi e coinvolge l’osservatore ad un’attenta osservazione delle numerose opere d’arte. La pittura di Marina Burani è comunicazione immediata che raggiunge lo spirito dell’occhio osservatore, mentre i lavori di Andrea Vettori evidenziano una profonda simbologia che si avvale di elementi esoterici, misteriosi ed evocativi. Le eleganti fotografie di Patrizia Caravaggio sorprendono per il suggestivo utilizzo del bianco e nero e per la grazia dei soggetti.
Palazzo Pallavicino, sede di Maura Ferrari Interior Design, ospita i lavori di Roberta Busato, che sembrano riecheggiare elementi primordiali in una ricerca tattile e morfologica tesa «in un flusso continuo del tempo». Diversa la ricerca di Giuseppe Biagi che si concentra sull’espressione del tema della solitudine, restituendo visivamente la sua interiorità.
A concludere il percorso tra le vie storiche della città, il raffinato Studio di Giovanna Scapinelli in Borgo Felino, con i propri lavori.
Aspettando, quindi, di dare avvio alle celebrazioni di Parma Capitale della Cultura italiana 2020, la città diventa culla della creatività grazie a Quadrilegio Now che vede l’impegno e la direzione artistica di Simona Manfredi, Giulio Belletti, Marina Burani e Maura Ferrari. (Silvia Bonomini)

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