A pochi giorni dalla clamorosa intervista rilasciata al Corriere della Sera –nella quale fra l’altro si annunciavano terremoti nella gestione del PAC di Via Palestro– il neoassessore alla cultura milanese torna a pronunciarsi sui suoi imprevedibili programmi. Ma niente panico. Anche se molti paventavano ulteriori scoraggianti segnali, stavolta Sgarbi pare aver cambiato decisamente registro, lanciandosi in una serie di proposte costruttive. Stando a quanto riportato da Il Giornale , il critico avrebbe già fatto un sopralluogo in un ampio edificio nella zona del mercato ortofrutticolo –circa dieci volte la superficie del PAC– nell’ottica di farne un nuovo padiglione per l’arte contemporanea. “Anche la collocazione è perfetta, si potrebbe creare una nuova Brera”, ha dichiarato al quotidiano. Ma le esternazioni non si fermano qui. Nel carnet dell’assessore c’è anche l’individuazione di un’area al quartiere della Bovisa, dove accogliere le espressioni dei writers , e la riconversione di uno spazio destinato ad ospitare l’Archivio Piero Bottoni.
[exibart]
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Processi alle intenzioni sulle parole pronunciate dal neo assessore, in un clima nazionale di processi a go-go, sono da evitare, per dar spazio alle realizzazioni promesse.
Lo spazio c'è. Anzi: ce ne sono.
Caro Assessore: se concedesse un pò di spazio anche all'eleganza della sobrietà? Forse però non sarebbe più Sgarbi se stesso. Accettiamo allora i proclami, purché seguiti dai fatti.
Ai posteri, insomma.
Angelo Errico