La Galleria Roberto Giustini di Roma (ex Galleria Memphis) è attiva dal 1999 nella promozione, con preziose edizioni limitate, di un’idea di design raffinato e d’avanguardia che faccia convivere le nuove tendenze con la grande tradizione italiana.
Per la prima presentazione, nell’ambito del programma Fuorisalone 2002, Roberto Giustini ha scelto di proporre una mostra a due voci, una collaborazione inedita tra due giovani designer di qualità ed esperienza quali Johanna Grawunder (San Diego, 1961) e Karim Rashid (Cairo, 1960) storia e poco di tendenza quale la ceramica, attraverso progetti nei quali il design sfiora l’esperienza più puramente artistica.
Nei vasi di Grawunder è evidente il tentativo di violare o “violentare” la ceramica, per usare le sue parole, con il ricorso a fori, tagli, chiodi e barre filettate che assemblano elementi diversi.
In questo progetto milanese, Rashid, invece, prosegue la sua ricerca tesa a produrre un’idea di sensualità e di piacere attraverso forme curve che evocano forme organiche – da cui le definizioni di “sensual minimalism” o “blobjects” che egli stesso ha dato dei suoi recenti lavori. Per le sue forme sinuose e avvolgenti, le linee continue, i colori semplici e tradizionali (oro, bianco, platino e nero, accoppiati a due a due) la serie di vasi di Rashid si impone come un caldo morbido abbraccio.
Le ceramiche di Grawunder, al contrario, hanno un aspetto più crudo, meno rassicurante. Eppure quei lunghi chiodi che uniscono forme geometriche parallelepipede, sembrano esprimere un mondo in cui i frammenti della storia e la dispersione del tempo si ricompongono in un’immagine solida e unitaria: la violenza sul materiale diventa atto di amore e di unione.
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