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Due opere d’eccezione, per il riallestimento della Pinacoteca Nazionale di Ferrara

di - 26 Febbraio 2019
Poco prima che inaugurasse l’interessante esposizione “Boldini e la Moda” a Palazzo dei Diamanti, erano state apportate delle migliorie alla Pinacoteca Nazionale, facente parte del gruppo museale delle Gallerie Estensi e interna al Palazzo monumentale. La Pinacoteca è stata così oggetto di un riallestimento complessivo di tutte le stanze, presentato per la mostra “Cantieri paralleli – Lo studiolo di Belfiore e la Bibbia di Borso, 1447-1463”, curata da Marcello Toffanello e in corso fino al 22 aprile 2019.
In questa occasione, sono state presentate due opere d’eccezione. La Bibbia di Borso d’Este è un manoscritto miniato su pergamena e in due volumi, del quale sappiamo che venne commissionato da Borso D’Este intorno al 1455 e che fu concluso nel 1461. Il conciatore fu Giovanni Della Badia da Bologna, invece la legatura originale in velluto rosso con borchie in argento dorato fu eseguita dal legatore Gregorio Da Gasparino.
Questa importante Bibbia venne trasferita da Ferrara a Modena nel 1598, fino a quando gli Estensi governarono, fu poi portata fuori dall’Italia da Francesco V D’Asburgo. Venne poi ritrovata alla fine della Prima Guerra Mondiale e nel 1923 venne acquistata a Parigi da Francesco Trecccani che la donò alla Biblioteca modenese dove è ancora conservata. È da molti considerato il manoscritto miniato più sontuoso al mondo.
Altra opera, di grande interesse e notevole fattura, in prestito da Berlino, Staatliche Museen, Gemäldegalerie, è La musa Polimnia, realizzata tra il 1458 e il 1460 circa, una tempera su tavola dai colori delicati di cui non si conosce l’artefice, generalmente identificato come un anonimo ferrarese, Secondo Pittore dello Studiolo di Belfiore. La mano potrebbe essere quella del pittore Francesco del Cossa, che vi si è sicuramente ispirato nelle sue opere. Polimnia è la musa delle coltivazioni dei campi, difatti la protagonista è in primo piano, con attrezzi e uva, mentre sullo sfondo vediamo le terre da coltivare con i contadini a cavallo. Il modo in cui la musa è abbigliata ricorda le vesti dell’antichità classica, drappeggiate e sfumate con grande abilità, mentre sul capo una cuffia ne raccoglie i capelli.
La Pinacoteca, completamente riallestita, conserva al suo interno opere di Andrea Mantegna, Gentile da Fabriano, Ercole de’ Roberti, Cosmè Tura e molti altri allievi delle scuole di questi maestri. Anche le pareti della Pinacoteca hanno subito un riammodernamento, con l’utilizzo di colori di carattere, come il verde, il blu e un rosa antico molto deciso. (Eugenia Neri)

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