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"se gli artisti barano non si può fare molto, tranne che dei controlli".
E' proprio questo il punto. Sono stati fatti i controlli? Come? Su questi punti sarebbe stato bello ricevere una spiegazione, invece del tentativo di farlo passare come un episodio in fondo positivo perchè "gli studi BLM esistono da 100 anni ma non hanno mai suscitato grande attenzione".
E in ogni caso mi sembra che la scelta dei cosiddetti curatori indipendenti per evitare inciuci abbia prodotto esattamente l'effetto contrario...se fosse almeno un occasione per aprire gli occhi sui metodi di lavoro di certe persone, forse davvero questo episodio avrebbe dei risvolti positivi!
Caro Enrico, cari tutti,
per quello che ne so si stanno facendo dei controlli. Questo non dipende nè dalla volontà della Bevilacqua La Masa (che anzi avrebbe volentieri fatto a meno...), nè dai commenti di Exibart.
è il comune di Venezia che è intervenuto sotto segnalazione di Luca Rossi. Bisogna ringraziare la commissione cultura del Comune che è evidentemente è rappresentata da bravi funzionari.
Una rarissima eccezione! Forse l'unica nota positiva di questo caso.
Anche la Cultura diventa miope.
Parlando di Arte e Cultura la domanda è :
è giusto escludere chi ha “vinto” un concorso d’ Arte per una questione evidente di merito, per una fatto di “appartenenza” ad un territorio?
E’ già stata data ampia argomentazione sul significato di “domicilio”.
E’ chiaro che sono presenti “crepe” tanto nell’accezione lessicale quanto in quella giuridica che consentono tanto di “riammettere” tanto quanto di “escludere”. E’ la caratteristica della nostra lingua e del nostro sistema.
E’ chiaro che i concorsi in quanto tali devo avere delle restrizioni e dei criteri di selezione.
E’ chiaro che ci siano dei selezionati e degli esclusi.
E’ chiaro che le Fondazioni, le Associazioni culturali che operano su un territorio , sostenute grazie alle sue risorse, debbano far si che queste “ricadano” fin da subito sul territorio stesso.
E’ chiaro, quindi ,che La Fondazione Bevilacqua la Masa ha dovuto, nell’ambito del concorso dare dei criteri che, da un lato restringessero il cerchio di domande e dall’altro dessero giusto conto a chi “spende”.
Tengo a dire che questa Fondazione è stata per me un “Modello”: ha compreso il valore che ha dare ad ARTISTI DI SPESSORE la possibilità di portare avanti le loro ricerche sul territorio che si intende “valorizzare”.
Danno a quelle architetture, dispendiosamente riqualificate, un significato artistico e contemporaneo.
Attivano processi di valorizzazione che completano e danno senso ad un lavoro di recupero che viceversa andrebbe perso.
Credono che un territorio, una città, si profila nei suoi abitanti e creano le condizioni perchè tra questi soggiornano artisti di livello internazionale e di alto spessore, così che il valore del luogo cresca.
Sanno che se l’Italia è riconosciuta nella storia come il paese dell’arte e della cultura, merito è tanto all’Artista quanto dei Mecenati che hanno commissionato e invitato i contemporanei del loro tempo a produrre le loro opere nel nostro paese.
I Mecenati , i Signori e i Principi, ahimè non esistono più ed è per questo che guardo con rispetto e riverenza chi cerca di superare questa mancanza.
Ho creduto che la restrizione del domicilio, sostanzialmente e notoriamente ben diverso dalle residenza, fosse una labile restrizione volta, si, a sottolineare il rapporto che i selezionati avranno, devono avere o aver avuto con il territorio, ma che non precludesse un aspetto fondamentale del lavoro che la Fondazione porta avanti ovvero la crescita, e la valorizzazione dell’arte contemporanea.
Se contemporanea è non può non portare con se uno dei fattori fondamentali dei nostri giorni: l’essere appartenenti ad un territorio più ampio dei confini regionali per questioni di relazioni, scambio, lavoro e cultura ed ecco come mi sono spiegata il domicilio in luogo della sola residenza.
Contemporaneo è cercare una contaminazione di percorsi artistici diversi, che hanno avuto origini in luoghi diversi, innescare uno scambio, un dentro e un fuori, una crescita culturale fruttifera tanto per l’arte quanto per il territorio nel quale si opera.
Nel leggere il commento dell’autorevole Sig.ra Vettese che definisce dei “bari” artisti selezionati per meriti, che mi permetto di definire, inconfutabili, perchè lei stessa li ha giudicati, mi sento tradita, ingannata da quella è una scelta politica, istituzionale ma soprattutto culturale, che manifesta quanto il nostro paese sia diventato miope e anacronistico: questa è la nostra contemporaneità!
Spero davvero che si possa trovare un’altra soluzione meno semplicistica dell’additare artisti promettenti accusandoli di raggirato le regole infamando per altro la loro onestà.
Spero che la soluzione premi il Merito, l’Arte, gli Artisti e soprattutto che questa soluzione sia Contemporanea.
questi artisti hanno raggirato le regole, punto.
sono stati scorretti con la fondazione (sovvenzionata anche con contributi pubblici), sono stati scorretti con gli artisti che hanno partecipato e sono stati scorretti indirettamente anche con quelli che non hanno partecipato ritenendo di non poter soddisfare i requisiti richiesti.
sono stati scorreti con il pubblico.
eticamente si sono comportati in modo pessimo.
di fatto non sono stati onesti.
Cristina Amenta fa la giustificazionista,
vabbe' che siamo in Italia, ma vogliamo pure fargli il panegirico? ma per piacere!
Cara Cristina, mi sembra che lei non abbia capito il punto della questione. La Bevilacqua La Masa è un'istituzione regionale, nè nazionale nè internazionale come si è portati a pensare. Purtroppo non può che fare il suo compito e farlo bene, nei limiti del suo statuto. L'ha detto chiaramente anche la Vettese.
Se un artista non vive e lavora nel triveneto non può avere accesso agli studi, non c'è da discutere e neppure da imbrogliare.
Poi comunque uno è libero di rivolgersi alla Bevilacqua per altri progetti o se preferisce, di trasferirsi in Veneto e provare regolarmente la selezione per gli studi. Ma evitiamo di giustificare: gli artisti non hanno il diritto di dichiarare il falso, come la Fondazione non ha il diritto di non accorgersene!!
Smettiamo di dare pareri da quattro soldi sulla meritocrazia, per poi avvallare l'illegalità.
Io non giustifico proprio nessuno.
Al contrario!
La Fondazione che si è giustificata, e lavata mani e faccia "attaccandosi"ad una lacuna creata da loro.
(Mi sono solo augurata che la cosa fosse fatta per dare il giusto respiro al progetto).
Gli artisti superbi e presuntuosi che non sono stati ammessi hanno giustificato il fatto di non essere abbastanza all'altezza attacandosi ad un cavillo.
Il comune di Venezia si è arrogato il diritto di entrare in una materia che non gli compete!
Mi sono preoccupata di dire di NON CHIAMARLA CULTURA.
Congratulazioni Gigi, sei un "artista" cittadino perfetto.
Non scomodare L'etica perche', guarda, anche Torquemada ne aveva una.
Smettiamo di dare pareri da quattro soldi sulla meritocrazia, per poi avvallare l'illegalità.
Ottima la sintesi di Luca
Luca , permetti una domanda (spero non invadente) : tu sei un artista ?
p.s. : è giusto farti sapere, prima, che io non lo sono e neppure un addetto ai lavori (lo so orrenda etichetta ma adeguata per metterci dentro tutto).
Andate a lavorare