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Handle with care. Giuseppe Stampone e Rebecca Agnes, mappatori di una Venezia in divenire

di - 11 Giugno 2019
Come costruire delle mappe che non siano propriamente rappresentative del territorio a cui si riferiscono ma che, piuttosto, lo facciano vivere, esplodere, permettendogli di acquisire quel senso che la stilizzazione, di per sé, rischierebbe di appiattire? All’interno del più vasto progetto Handle with care, risultato della ricerca condotta dagli studenti della School for Curatorial Studies di Venezia, due tra i sette artisti coinvolti nelle attività – che hanno iniziato a prendere corpo il 19 aprile scorso e che termineranno il 15 giugno prossimo – hanno proposto un approccio diverso a questa pratica.
Se l’invito da parte degli studenti è stato quello di riflettere sulle specificità di Venezia, focalizzando l’attenzione sulle emergenze socio-economiche, culturali e ambientali che la affliggono, la risposta di Giuseppe Stampone e Rebecca Agnes è stata veicolata dalla realizzazione partecipativa di due processi di mappa, nati direttamente dalla città lagunare. Una città che finisce per definire se stessa attraverso il coinvolgimento di chi possa dire qualcosa su di lei direttamente dall’interno.
L’8 maggio, tra le piastrelle bianche di una ex latteria del sestiere di Castello, Stampone ha inaugurato il suo personale processo. Attraverso il coinvolgimento di un gruppo di artisti selezionati, a cui si sono aggiunti alcuni suoi studenti dell’accademia di Urbino che hanno suscitato in lui particolare interesse, si è voluta ricostruire una mappa di Venezia che passasse attraverso gli occhi dei soggetti coinvolti. A questa coralità di sguardi già noti al mondo del professionismo, tra cui Filippo Berta, Ruben Montini, Tiziana e Isabella Pers, Christian Fogarolli, si è accostato l’abecedario nato dal laboratorio che lo stesso Stampone ha realizzato con un gruppo di giovani studenti di una scuola locale.
L’intreccio dei piani comunicativi, tra la lettura del luogo operata dai suoi piccoli abitanti e lo sguardo irriverente e sensibile dei venti artisti coinvolti, ha lo scopo di far emergere qualcosa di vero, significativo, importante rispetto a un territorio ricco di insidie, dove il rischio è quello di affrontare il tema restando sul pelo dell’acqua. Lo stesso dialogo con Stampone ci riporta prepotentemente a una dimensione di realtà che scava nell’essenza delle cose, senza essere distratta da ciò che non ha poi più di tanto valore.
Il 15 maggio è iniziata la raccolta per la mappa di Agnes che, similmente, ha fatto della mappatura un asse portante della sua ricerca, non scevra di aspetti relazionali. Evolvendo un lavoro iniziato nel 2013, Other places that don’t exist any longer, in cui l’artista attivava una raccolta di cartoline disegnate a memoria da chi fosse riuscito a ricordare un luogo non più esistente e da far rivivere attraverso il ricordo, per Handle with care Agnes propone Link Workshop, un’attività partecipativa in cui i soggetti coinvolti sono invitati a disegnare su delle tessere luoghi degradati, abbandonati o scomparsi della città.
Proprio come nel gioco tedesco del Carcassonne, poi, queste tessere verranno assemblate per dare vita a una mappa fatta di ricordi associati alla precisione del disegno, un modo per costruire una realtà sfalsata e arricchita dalla memoria stessa e dall’immaginazione. Le tessere sono tuttora in fase di realizzazione. Per chi fosse interessato a partecipare con i suoi vissuti veneziani, può contattare direttamente la School for Curatorial Studies: curatorialschool@gmail.com.
Da metà aprile a oggi, il progetto Handle with care ha visto la partecipazione anche degli artisti Corinne Mazzoli, Inside out project, Fabio Ranzolin, Liv Schulman e Débora Delmar, che hanno agito in vari spazi pubblici del territorio veneziano. A latere si colloca il progetto Bottigliette d’artista, in collaborazione con Andriolo Sportbottles and More, una risposta all’emergenza ecologica data dalle bottigliette in plastica monouso: un gruppo di artisti è stato invitato a realizzare delle grafiche da apporre su una serie di bottigliette riutilizzabili, date insieme a una mappatura delle fontane di acqua potabile attive a Venezia.
Il progetto, costituito da una serie di appuntamenti specifici, vedrà l’apertura dei suoi due baricentri, la Galleria AplusA e lo spazio Venice Art Projects di Fondamenta Sant’Anna a Castello, fino al 15 giugno prossimo. (Penzo+Fiore)
In alto: Giuseppe Stampone Global Education Welcome to Venice, School for Curatorial Studies Venice

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