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Il Cartone della Scuola di Atene torna a splendere. Restaurato il capolavoro di Raffaello

di - 25 Marzo 2019
Finalmente, dopo quattro anni di lavoro, è giunto al termine il restauro del Cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello Sanzio, acquistato dal cardinale Federico Borromeo nel 1626, per la somma di seicento lire imperiali e conservato alla Pinacoteca Ambrosiana a Milano. È la più grande opera su carta del Rinascimento, un cartone preparatorio per la Scuola di Atene affrescata da Raffaello nelle Stanze Vaticane nel 1510.
Rispetto al dipinto, manca l’architettura classica, che accoglie e sovrasta il consesso dei filosofi, e la figura di Eraclito, aggiunta da Raffaello ad affresco ormai concluso, usando le sembianze di Michelangelo. Per il resto, il cartone comunica il grande equilibrio compositivo e la chiarezza di contenuto che il grande artista voleva raggiungere in questa celebrazione della saggezza antica, radunata attorno alle figure cardine di Platone e Aristotele.
Il progetto di restauro, di valorizzazione e del nuovo allestimento sarà mostrato al pubblico dal 27 marzo, in concomitanza con la mostra “Il Raffaello dell’Ambrosiana. In Principio il Cartone”. L’opera è stata restaurata sotto la direzione e il coordinamento del Dott. Maurizio Michelozzi e sarà esposta nella sala espositiva dedicata al Cartone di Raffaello, su progetto di allestimento di Stefano Boeri Studio. Il Cartone preparatorio per l’affresco della Scuola di Atene, ubicato nella Stanza delle Segnature dei Musei Vaticani di Raffaello, è un capolavoro di Raffaello “dimenticato” dal grande pubblico, che riemerge dall’oblio grazie a questo importante investimento di riqualificazione e rilancio a livello internazionale. In sintonia con le idee del Presidente Prof. Lorenzo Ornaghi, del Direttore Monsignor Marco Ballarini, del Direttore Monsignor Alberto Rocca e del Collegio della Pinacoteca, la nuova Sala V, nominata Sala del Cartone, è stata concepita per permettere al visitatore la fruizione nei minimi dettagli della bellezza del Capolavoro rinascimentale.
«Tutte le nostre scelte di allestimento, a partire dalle sequenze di avvicinamento al grande Cartone, sono pensate per preparare il pubblico alla visione di un’opera che trattiene, intatta in sé, una mirabile congiunzione di significati, essendo al tempo un’opera conclusiva – ha dichiarato Stefano Boeri – e per questo abbiamo progettato per la stessa sala un grande tavolo di rovere di massello, opera d’arte di per sé, (realizzato da Riva1920), ricavato da un tronco unico di 150 anni tagliato in due tavole di 4 metri di lunghezza su base di ferro brunita, in grado di raccogliere testi e documenti di approfondimento sulla storia dell’opera, sulla sua fattura, sulla sua relazione con l’affresco ospitato nella Sala della Segnatura ai Musei Vaticani».
Non solo Leonardo e Michelangelo ma anche Raffaello contribuisce a mostrare il volto rinascimentale di Milano, ancora tutto da esplorare. «Degli allestimenti precedenti, quello di Luigi Caccia Dominioni, degli anni ’60, e quello di Griffini, degli anni ’90, abbiamo mantenuto alcuni elementi di continuità, come la posizione del Cartone nella parete ovest e una parete filtro prima dell’arrivo dell’opera, pur avendo radicalmente cambiato le modalità di percezione dell’opera» ha commentato Marco Giorgio, Project Director di Studio Boeri Architetti.
Comfort visivo e ambientale per garantire la conservazione e fruizione dell’opera sono i punti cardini del nuovo progetto di allestimento. «Lo spazio si presenta essenziale, con colorazioni scure e materiali opachi, al fine di proteggere l’opera e prevenire il deterioramento. Anche la luce è stata ridotta al minimo, garantendo valori pari a 25 lux, che sono i parametri per l’illuminamento previsti per le opere d’arte fragili come il Cartone di Raffaello», ha continuato Francesca Motta, Project Leader di Studio Boeri.
L’opera è protetta da una grande teca, una lastra di vetro unico, di dimensioni pari a quelle dell’opera stessa, ovvero 8 metri di larghezza per 3 metri di altezza, trasportata all’interno della sala attraverso una fessura ricavata nella facciata laterale della Pinacoteca, realizzata da Goppin spa. La doppia lastra di vetro è stata sottoposta a un trattamento antiriflesso ed extrachiaro per permettere la migliore visione possibile, oltre che a un trattamento anti raggi ultravioletti per evitare il deterioramento dei 210 fogli che compongono l’opera, ed è predisposta per mantenere parametri di umidità costanti, per proteggere il Cartone il più a lungo possibile. Inoltre l’anta della teca è apribile attraverso un telaio in alluminio e legno, al fine di poter ispezionare l’opera. Il progetto illuminotecnico è di Lumen Center Italia srl e gli strumenti multimediali e interattivi sono stati realizzati da OLO Creative Farm.
L’importante lavoro di restauro è il frutto di un lavoro di squadra, voluto dalla Veneranda Pinacoteca Ambrosiana di Milano, Presidente della Congregazione dei conservatori, Prof. Lorenzo Ornaghi, Prefetto del collegio dei dottori, Mons. Marco Ballarini. Direttore della Pinacoteca, Mons. Alberto Rocca, Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano: Arch. Antonella Rinaldi. L’intervento è stato interamente sostenuto dal contributo della società RaMo S.p.a, per volontà del fondatore Giuseppe Rabolini. Prezioso e insostituibile è stato il contributo del partner ufficiale, Fondazione Fiera Milano, Pres. Giovanni Gorno Tempini. (Jacqueline Ceresoli)

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