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In memoria di Primo Levi. Tre tele per il museo ebraico firmate da Larry Rivers, omaggio al grande scrittore raccolto da Gianni Agnelli

di - 7 Maggio 2013
Si intitola “Survivor” e apre domani al Museo Ebraico di Roma. Tre tele del pittore Larry Rivers e acquistate da Gianni Agnelli, in memoria dello scrittore torinese Primo Levi, il testimone più diretto dell’oltraggio nazista all’umanità. In deposito alla Pinacoteca Agnelli dal 2002, la Presidente Ginevra Elkann ha concesso questo eccezionale prestito per ricordare Levi nel decennale della morte dell’Avvocato Agnelli e in occasione del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica. Tema scomodo, quello della Shoah, che Rivers aveva già approfondito negli anni precedenti al 1988, quando Agnelli acquistò tre ritratti di Levi realizzati dal pittore: una storia di vicinanze quelle tra l’Avvocato e il grande scrittore, che avevano studiato nello stesso liceo torinese, con solo due anni di differenza. Witness, Survivor e Periodic Table, racconta la Elkann: «vennero portati in Italia ed esposti nella sede de La Stampa, giornale per il quale Primo Levi aveva scritto a partire dal 1959, e in forma più continua dal 1968, saggi racconti ed elzeviri della Terza Pagina. Mio nonno decise di collocare i quadri di Rivers in una grande sala che si trovava al piano terreno della sede de La Stampa in Via Marenco. Dopo la collocazione dei quadri, la sala venne comunemente chiamata “Sala Primo Levi”. Non era aperta al pubblico, ma era usata per le riunioni più importanti e per accogliere i visitatori illustri per un primo saluto o un brindisi di benvenuto».
Un trittico che rappresenta bene le diverse facce dell’autore di Se questo è un uomo, La Tregua e Se non ora, quando?: ebreo, chimico, partigiano, deportato, sopravvissuto allo sterminio e scrittore. Per esprimere al meglio la sua visione della Memoria e della morte l’artista usò nei suoi disegni una serie di cancellazioni, metafora per esprimere la difficoltà di trasmettere la memoria dello sterminio da parte dei sopravvissuti. Immagini, Malgrado tutto, verrebbe da dite parafrasando un noto saggio di Didi-Hubermann costruito intorno a tre scatti clandestini realizzati da un prigioniero ad Auschwitz, ma qui la storia che si può, e si deve raccontare, è un omaggio alla memoria. «”Survivor. Primo Levi nei ritratti di Larry Rivers” è la prima mostra interdisciplinare che punta sulla contemporaneità: la sfida è quella di rendere il Museo Ebraico di Roma “narratore” anche della nostra identità di oggi, sia di ebrei sia di italiani. Primo Levi è l’emblema, il primo tassello di questo nuovo discorso. Rivers attraverso i tre ritratti racconta Levi in tutti i suoi aspetti: lo scrittore, lo scienziato, l’uomo che fu interrotto nel suo cammino dalle leggi razziali e dalla deportazione, e il testimone dell’esperienza nei campi di sterminio» ha dichiarato la direttrice del museo romano, Alessandra Di Castro.

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