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Jan Fabre misura Napoli, dal MADRE allo Studio Trisorio, fino al Museo di Capodimonte

di - 1 Luglio 2017
L’uomo che misura le nuvole è l’opera di Jan Fabre che, dal 29 giugno, è possibile osservare sul terrazzo del MADRE  di Napoli e che ha, ormai, ben 18 anni. Molti l’avevano già ammirata a Piazza Plebiscito nel 2008 ma nuovo è il punto di vista, più lirico e proteso verso il cielo e diversa è la relazione con la città. Non più nella piazza di rappresentanza e snodo tra lo shopping e il lungo mare ma nel cuore del centro antico. Da qui si osserva il mare da una certa distanza, si entra nelle case degli abitanti del quartiere, si ascolta musica africana, mediorientale, pop e neomelodica. La campitura azzurra, un pantone che non esitiamo a chiamare “azzurro Napoli”, totalizza il cielo solo a volte attraversato dai gabbiani e dagli aerei, altre volte denso di nubi che rapidamente si inseguono promettendo piogge estive. Proviamo a sollevarci lievemente verso il cielo ma l’odore del soffritto proveniente dalla cucina della signora del palazzo accanto ci tiene ancorati a terra. È di questa tensione verso l’alto, di questo slancio “umano troppo umano” verso la comprensione e la misurazione dell’indefinito, che l’artista fiammingo ci rende partecipi.
Con il consueto piglio da artista naturalista e da scienziato visionario, Fabre ha conquistato i suoi avamposti in questa estate napoletana, con “My Only Nation is Imagination”, a cura di Melania Rossi, inaugurata allo Studio Trisorio il 26 giugno e “Naturalia e Mirabilia” al Museo Nazioanle di Capodimonte, dal 1 luglio, curata da Sylvain Bellenger e Laura Trisorio, mostra, questa, che si prospetta un unicum, per il dialogo con le opere del museo. E sempre il 1 luglio, Fabre conquista anche lo spazio performativo del Napoli Teatro Festival, con “Belgian Rules / Belgium Rules”, spettacolo al quale ha lavorato 5 anni e che sarà interpretato da 15 guerrieri della bellezza, come ama definire i suoi danzatori e attori. Una colonizzazione operata con dolcezza e che Napoli, come spesso accade, volentieri accoglie. (Luciana Berti)

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