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La fuga in Egitto, per noi. In mostra a Ischia, una rilettura contemporanea dell’episodio

di - 5 Gennaio 2018
L’esposizione d’ arte contemporanea La fuga in Egitto, in esposizione dal 3 al 28 gennaio alle Antiche Terme Comunali di Ischia, è un racconto per immagini del passo di Matteo 2,13-14 – «Alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e rimani là finché io non ti avvertirò, perché Erode cercherà il bambino per farlo morire» – rivisitato da cinque artisti ischitani con le tecniche della pittura, del disegno a grafite, dell’illustrazione e della composizione fotografica.
Il tema riletto alla luce dell’odierna realtà, che vede nei migranti i protagonisti della “fuga” per eccellenza, quella dalla propria terra in cerca di una ragionevole speranza per continuare a vivere, anima l’opera di Marco Cecchi, Il sogno di Giuseppe, in cui un angelo salva dai flutti una famiglia di migranti, altrimenti inesorabilmente condannati a morire. Accanto alla installazione plastica che rende nel dettaglio la scena, una tavola in cui con tecnica mista di acquerello e acrilico è ritratto il naufragio. A punta di grafite è resa la scena della Strage degli innocenti, di Michele D’Ambra, un accadimento cui tristemente ci hanno abituato le cronache col persistere di guerre intestine tra i popoli e all’interno di noi stessi. I volti si scaricano dell’aggressività che li caratterizza, contratti dall’odio nell’atto di compiere il vile massacro, più simili a diavoli che a uomini, per culminare con l’evento di Maria Vergine e Madre visitata dall’Angelo, trascendenza propria di una Annunciazione laica, inneggiante a una speranza di luce e di pace. La composizione fotografica per simboli, realizzata dall’ opera di Marco Cortese, racconta il dolore della perdita e l’assenza come segno di un passaggio-passato di cui restano tracce umane, eco di una vita che c’era e non è più. L’opera dell’illustratrice Monica Hernandez dal significativo titolo, Il riposo, è citazione della più dolorosa cronaca che, nel 2015, ci lasciò basiti davanti al corpicino del piccolo Aylan sulla costa di Bodrum, in Turchia. Colori tenui e armoniosa sintesi della linea descrivono il bambino “dormiente” nella sua serena immagine che contrasta con la realtà del suo duro destino. Nell’opera di Lucia De Luise …E resta là finché non ti avvertirò, pannelli fotografici, assemblati a raccontare sbarchi dai traghetti di linea che normalmente approdano sull’isola di Ischia, rendono l’idea del porto come arrivo e dell’isola come rifugio temporaneo per chi, per un istante, trova ristoro dal senso di inquietudine cui costringe la fuga.
La collettiva è stata voluta dall’Assessore alla Cultura del Comune di Ischia, Salvatore Ronga, ed è patrocinata dal Comune, nella persona del sindaco Enzo Ferrandino, nell’ambito del programma “Natale a Ischia, un mare di stelle”. (Anna Di Corcia)
In home e in alto: foto di Marco Albanelli

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