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La Triennale che non dimentica. Tra gli artisti di Yokohama 2014, firmata da Yasumasa Morimura, c’è anche Alighiero Boetti

di - 23 Aprile 2014
“ART Fahrenheit 451: Sailing into the sea of oblivion”, ovvero undici capitoli per 62 artisti, provenienti da 19 Paesi del mondo, con la curatela di Yasumasa Morimura. Ecco in brevissimo le cifre della nuova edizione della Triennale di Yokoama, che prenderà il via il prossimo 1 agosto nella città giapponese.
L’imbarco è, come recita il titolo, verso le acque del mare dell’oblio.
«Non ci siamo lasciati alle spalle qualcosa che è di fondamentale importanza? Abbiamo bypassato tutto senza rendercene conto, o semplicemente, ci siamo lasciati le cose importanti alle spalle, pur sapendo tutto questo»?
Ecco alcune delle domande che Morimura utilizza per introdurre una manifestazione che stavolta guiderà poeticamente attraverso oggetti e temi che sono stati inavvertitamente persi dalla nostra vita, emblemi che sono stati dimenticati da tempo e particolari che sono stati allontanati nell’età contemporanea.
«Cerchiamo di vagare, sentendoci perplessi o ispirati, allarghiamo la nostra immaginazione, ci fermiamo a contemplare. La Triennale di Yokohama ci fornirà l’opportunità di compilare il diario di una mente alla deriva».
Ma vediamo nel dettaglio qualche capitolo. Chiamati all’introduzione, sotto il grande dualismo dell’arte di oggi “Unmonumental Monuments”, saranno Wim Delvoye e Gimhongsok; al capitolo uno “Listening to Silence and Whispers” niente meno che Kazimir Malevich e Agnes Martin, René Magritte e Marcel Broodthaers, Isa Genzken e Felix Gonzalez-Torres, solo per citarne alcuni.
“Fahrenheit 451” è invece il terzo capitolo, con Eric Baudelaire e Dora García, Michael Rakowitz e Edward & Nancy Kienholz Reddin. Una sorpresa tutta italiana arriva invece al quarto capitolo, “Laboring in Solitude, Wrestling with the World ”, dove insieme a Zhang Enli e Simon Starling (e molti altri) vi sarà anche Alighiero Boetti.
Altri grandi presenti sono Joseph Cornell, Pierre Molinier, Andy Warhol e Gregor Schneider, nel “Monologo dei ragazzi terribili”, ovvero il capitolo sesto, mentre Ana Mendieta sarà sul finale, con Dahn Vo e molti artisti orientali: Miwa Yanagi e Tsuchida Hiromi, Tonoshiki Tadashi, Kasahara Emiko e Ohtake Shinro. Quel che si vedrà lo sapremo a breve, ma per ora il resoconto è dettagliato. E apre una nuova ferita nel corpo del tempo, con una costruzione decisamente originale, e un nucleo di nomi che -contiamo sulle opere- non tradirà le aspettative per un’edizione che potrebbe lasciare un ottimo segno.

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