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Le anime pezzentelle tornano a Napoli. In mostra, la collezione ritrovata

di - 15 Gennaio 2019
Nella chiesa di Santa Maria delle anime al Purgatorio sono state riunite circa 50 anime pezzentelle in terracotta e in cartapesta. A Napoli, con il termine anime pezzentelle ci si riferisce a persone scomparse sconosciute, così definite poiché, probabilmente, molto povere in vita e costrette al Purgatorio. Si tratta di una tradizione le cui tracce si trovano anche nei teschi e pezzi di scheletro presenti in alcune zone e monumenti della città: oltre al Complesso del Purgatorio stesso, anche il Cimitero delle Fontanelle è un punto di riferimento del genere.
All’interno della chiesa è possibile camminare tra statuette e piccoli scheletri che danno corpo a questa tradizione. Si tratta di un percorso, attentamente curato da Francesca Amirante tanto nell’esposizione quanto nella suggestiva illuminazione, che permette ai visitatori di godere del ritrovamento di Diego Pistone, un restauratore napoletano che ha individuato i pezzi in questione in una grande collezione romana prima che la stessa andasse dispersa. La collezione è stata successivamente acquisita dall’Opera Pia Purgatorio ad Arco, una Onlus impegnata nella valorizzazione della chiesa di Purgatorio ad Arco in via dei Tribunali da circa vent’anni. Come dichiarato dalla curatrice stessa, si tratta di un vero e proprio “ritorno a casa” delle anime a Napoli. Il progetto è ulteriormente arricchito dal videoracconto di Gualtiero Peirce, Vi aspettiamo per il rinfresco, in cui protagonista è la personificazione di 5 tipi di statuette votive: una coppia giovane, una coppia di anziani e un prete.
Oltre alle anime pezzentelle, la mostra è l’occasione per ammirare anche le strutture su cui sono adagiate le statuette. Il progetto espositivo, visitabile fino al 17 gennaio e curato da Nicola Ciancio per SuperOtium, art hotel e studio creativo, e da un lato rappresenta la stilizzazione delle edicole (altro elemento della tradizione partenopea), dall’altro, attraverso l’utilizzo di moduli di dimensioni e forme differenti, concorre a dare l’idea del grado di diffusione che le statuette hanno sempre avuto. (Ambra Benvenuto)

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