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Le storie della IUAV raccontate da Flexin, il nuovo progetto espositivo ed editoriale

di - 26 Giugno 2019
Cosa è successo all’Università Iuav di Venezia? Molte storie si sono svolte e incrociate tra loro e, a raccontarle, ci ha pensato Flexin Flexin try to exercise, progetto espositivo ed editoriale che affonda le sue radici in tutto il materiale di pensiero e oggettuale sedimentato nell’ateneo, in particolare, negli anni di insegnamento di Arti Visive e Moda.
Attraverso una call è stato chiesto a coloro che attualmente frequentano i corsi di Arti Visive o Moda, triennale o magistrale, di condurre una sorta di indagine su quanto realizzato negli anni scorsi, tra collaborazioni e progetti. Il materiale reperito è stato “catalogato” sul profilo Instagram flexinflexinexercise, come una sorta di archivio online liberamente consultabile. Tra le numerose proposte ricevute, sono stati selezionati i quattro progetti site-specific che meglio hanno saputo flettere, piegare e risemantizzare il preesistente secondo modalità inattese.
Per Monelle, Andrea Bertazzon (Design della moda, triennale), Ginevra Brizioli (Arti visive, magistrale), Francesco Fazzi (Arti multimediali, triennale), Alessandra Varisco (Design della moda, triennale), Maria Chiara Ziosi (Arti visive, magistrale), hanno stabilito un dialogo tra Monelle (2018), di Diego Marcon, e Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno (2016), di Davide Sgambaro, attraverso una performance in cui il corpo diviene strumento di misurazione e canale di comunicazione. In Reale Potenziale Paranoico, Erik Starc (Design della moda, triennale) e Bianca R. Schröder (Arti visive, magistrale) hanno recuperato le reinterpretato a collezione Tribalitalia (2017) di Giovanni e Gregorio Nordio proponendo due sculture ispirate all’immaginario dell’Italo Calvino delle Cosmicomiche. Free Stripes di Pietro Ballero (Arti visive, magistrale), in collaborazione con Sara Santarelli (Moda, magistrale) e Alessia Tarda (Moda, magistrale) reitera l’atteggiamento di osservazione, recupero e ricontestualizzazione di elementi caratteristici di alcune case di moda presente in Dada Poem (2018) di Lia Cecchin, facendo delle strisce Adidas l’elemento formale di un invasivo pattern architettonico. Per Talking to Myself, Hyejin Ryu (Arti multimediali, triennale) ha accostato l’opera James Hiram Bedford (2013) di Luca Trevisani alla performance e installazione realizzata presso le sale storiche dell’istituto tecnico commerciale statale Riccati-Luzzatti di Treviso nel 2011 in occasione del Graduate Fashion show a cura di Michel Bergamo, Judith Clark, Mario Lupano, Fabio Quaranta, Cristina Zamagni.
Le opere saranno allestite in una mostra, a cura di Francesca Filisetti, Matias Julian Nativo, Alessia Prati, visitabile il 27 e il 28 giugno nel Chiostro dei Tolentini, all’interno del padiglione realizzato nel 2018 sulla base del progetto LightMotiv degli studenti di Architettura Davide Del Sante e Damiano Mazzocchini e nella corte immediatamente adiacente.
Ad accompagnare la sezione espositiva, anche un progetto editoriale che porta avanti la riflessione attraverso una modalità parallela, con studenti già laureati o laureandi chiamati a restituire l’immaginario delle loro ricerche personali, laddove agli studenti è stato chiesto di affrontare immaginari e ricerche altrui. 26 sono gli autori selezionati sulla base della comune formazione presso Iuav, Arti visive o Moda, triennale, magistrale, master o dottorato: Riccardo Ballarani e Massimiliano Mucciarelli, Calori&Maillard, Giovanna Chiades, Eleonora Corbanese, Andrea De Stefani, Stefano Faoro, Roberto Fassone, Valentina Furian, Melania Fusco, Eleonora Gasparini, Giovanni Giaretta, Eleonora Luccarini, Olimpia Macrì e Ylenia Fratto, Rachele Maistrello, Corinne Mazzoli, Denis Micheli, Marta Oliva, Sara Peretti, Fabio Ranzolin, Nuvola Ravera, Caterina Rossato, Donato Spinelli, Jacopo Valentini, Rafael Wolanowski, Erjola Zhuka, Giulia Zubiolo.

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