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L’Ex Ansaldo in trasformazione. Base presenta i nuovi cantieri e i volti dello street artist JR

di - 15 Novembre 2017
Sono gli individui a creare i luoghi. Sono le comunità che danno identità, storia e memoria ai quartieri delle città, non soltanto le architetture. L’ex edificio Ansaldo è stato costruito tra il 1904 e il 1923, dismesso tra gli anni ‘70 e ‘80 del Novecento, all’alba della rivoluzione industriale milanese. Il Comune di Milano acquisì l’ex Ansaldo negli anni ’90, comprensivo di una vasta area su via Tortona, in cui sono attivi i laboratori di scenografia e costumi del Teatro alla Scala, mentre poco distante c’è il MUDEC, il Museo Delle Culture griffato dall’archistar David Chipperfield. Un luogo unico per la sua storia, dove si assemblavano treni, tram, carrozze ferroviarie, motori, meccanica pesante e che, dal 2016, con il nome di BASE, si rigenera come un’araba fenice, puntando sul recupero della memoria, dell’identità industriale e popolare.
Per raccontare cos’era la Ansaldo, come si è trasformata nel corso del tempo, il progetto BASE valorizza le fasi di trasformazione dell’architettura e dà voce a un sito di archeologia industriale tra i più importanti di Milano, per raccontare la vita in fabbrica, l’esperienza di una comunità di appartenenza fondata sulle relazioni umane. BASE dunque si ripresenta come piattaforma trasversale della “ricettività totale diffusa”, aperta a intrecciare narrazioni possibili tra le sue origini manifatturiere e artigianali. Il progetto architettonico di riqualificazione dell’ex Ansaldo è firmato da Onsitestudio e salvaguarda la struttura originale, dove possibile. Nato come incubatore d’idee, è diventato anche un ambito spazio espositivo per workshop, mostre, concerti, spettacoli, performance e festival e, oggi, continua a essere un’officina, non solo una vetrina performativa di vacuità, bensì polo di servizi per la formazione e promozione culturale.
Nel quartiere più glocal e instagrammato di Milano durante il Salone del Mobile e la Fashion Week, BASE ci ha invitato a una visita guidata in cantiere, al buio, con tanto di caschetto e torce, per scoprire le fasi della trasformazione ancora in atto di questo storico edificio che raddoppierà i suoi spazi espostivi, fino a raggiungere 12mila metri quadrati nel 2018. La visita guidata si può prenotare qui, fino al 19 novembre. E per comunicare il “genius loci” poliedrico dell’ex stabilimento, BASE, ancora work in progress, propone un’opera collettiva, INSIDE OUT, promossa dall’artivista francese JR con TED, seconda tappa italiana, dopo quella allo Sky Art Festival di Napoli, del grande progetto di arte partecipata promosso in 126 Paesi, con 260 partecipanti. La versione milanese dell’ambizioso progetto sarà inaugurata il 15 novembre, alle 18.30, e comprende circa 150 gigantografie di ritratti di ex operaie, operai, impiegati sorridenti, dagli occhi vispi, colti nella loro straordinaria naturalezza che lavorano o lavoravano in questa fabbrica, affiancati dai volti gioiosi delle new entry, i protagonisti delle industrie culturali, gli appassionati artigiani digitali. Ovvero, giovani di tutte le età che credono e condividono uno spazio aperto a nuove idee, dove è importante partecipare ma vale di più il fare insieme per la comunità. Sono empatici, i maxi ritratti, scattati da Chiara Conti, residente in BASE dall’estate del 2017, rigorosamente in bianco e nero e in formato manifesto, concepiti quasi come “prelievo” o atlante antropologico, che da oggi abitano l’ultimo, nuovo piano di BASE. Oltre al fascino indiscutibile dell’edificio, opera d’arte di per sé, vi sorprenderà un “tappeto” di volti sorridenti che si srotola dal pavimento al soffitto.
INSIDE OUT, che ha vinto nel 2011 il TED Prize, è un progetto globale e, applicato agli obiettivi di BASE, coglie l’intento di salvaguardare la memoria dell’ex edificio industriale, raccontare la sua trasformazione, dare voce a chi questo luogo l’ha vissuto in prima persona. (Jacqueline Ceresoli)

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