Nata in Argentina, vissuta a Madrid, e ora decisa a restare in Italia. Anche la storia personale di Elizabeth Aro, da oggi e fino al prossimo 31 agosto alla Ex Chiesa di San Carpoforo di Milano con la mostra Los Otros, a cura di Francesca Pasini, appartiene a quella degli âaltriâ, dei passaggi, dello spostamento.
Ma gli altri chi? Gli altri âimmigratiâ che oggi sembrano spaventare lâEuropa; gli altri delle culture che non conosciamo, e di quelle che nemmeno riusciamo a immaginare. Gli altri sono la âmoltitudine che ci attraversaâ di Elias Canetti, e lâ âio è un altroâ del vecchissimo Rimbaud.
Sono concetti sempre vivi che nel lavoro scuro, caravaggesco, di Aro, trovano una nuova forma narrativa, forse piĂš pittorica che fotografia. Lâartista, in questo caso, porta in scena una serie di ritratti di amici danzatori, Los Otros appunto, provenienti da diverse aree del mondo che, attraverso un loro monologo â colto nel punto piĂš alto della scena â cercano di raccontarci di loro, di uscire dal nero profondissimo del fondo, colore-simbolo di una zona profonda di mancata conoscenza dellâidentitĂ , della paura dellâaltrove, del contemporaneo macchiato di xenofobia.
Ma con âLos Otrosâ bisogna fare i conti, anche a livello scientifico. Nello spazio dellâabside, per esempio, troverete uno splendido mappamondo, Mundo, di feltro bianco, cucito dallâartista stessa. Câè qualcosa che però non funziona: è un mappamondo dove i continenti si sono spostati verso il basso, in una nuova deriva giĂ iniziata e provata scientificamente. Come in una planetaria e colossale forza di gravitĂ , le terre emerse sono attirate verso sud, verso nuove latitudini e verso un altro polo: potrebbe essere un collasso, o potrebbe essere il modo di guardare differentemente al mondo, con la parola âSudâ a evocare meno timori.
Infine, potrete scoprire la diversitĂ anche in Estudio de nubes, splendidi disegni in grafite su carta (in questo caso proiettati) che, come racconta lâartista, Sono ispirate a un brano di Jorge Louis Borges, e raccontano dei sentimenti: anche se sono variabili e in un momento impercettibile cambiano forma, tutto quello che hanno rappresentato resta dentro di noi, tramiti anche per il nostro futuroÂť.
Unâaltra mostra per scoprire che Milano non dorme lâestate, e che stavolta vi permette un avvicinamento. Tramite un profilo geografico, anche, e particolarmente poetico. Come spesso è lâimmagine di tutti i âLos Otrosâ del mondo.
Tutte le foto: Roberto Marossi