L’artista ha realizzato appositamente per l’occasione venti nuove opere in carta ruga, tecnica da lui inventata, evoluzione del cartonage egizio e della cartapesta.
La carta ruga è la base con cui Mino Gatti realizza sculture di medie e grandi dimensioni che introducono ad un immaginario aulico e misterioso, popolato di antichi palazzi e chiese provvisti di orologi senza tempo, serene figure umane a grandezza naturale e rielaborazioni personalissime di arredi domestici che diventano preziosi apparati scenografici.
Tra le opere in mostra, le figure della Trebia, dell’Araldo, della Pomona, silenziosi spettatori di rara eleganza, la serie delle Meridiane, che sembrano affreschi “strappati” da antichi muri e la straordinaria Piattiera L’Ora Italiana, dalla quale il titolo della mostra.
Mino Gatti nasce nel 1949 a Piacenza. Giovanissimo, inizia a dipingere.
Si laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Parma, città dove inizia ad occuparsi di teatro e in particolare di scenografia.
Nel 1990, durante un soggiorno in Inghilterra, progetta una grande scultura e la realizza in cartapesta. Rientrato in Italia, continua lo studio di questa materia per approdare alla definitiva scelta, come media espressivo per le sue opere, della carta ruga che, composta di carta scottata nell’acqua bollente e poi unita a collanti, si differenzia dalla cartapesta proprio per la sua superficie rugosa, corrugata, estremamente materica.
Questa tecnica richiede lunghi tempi di lavorazione e stabilizzazione, perché asciugandosi, il composto si “ritira” modificando la forma iniziale dell’opera, la cui superficie richiede perciò più interventi successivi.
Il lavoro viene poi dipinto e decorato con colori a tempera.
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