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Parigi/ Ecco servita Fiac (Off), tra pubblico giovane e graffiti. Primo giro di ricognizione alla Città della Moda e del Design

di - 21 Ottobre 2014
Giovane, a volte insolita e ricercata, ma mai insolente, né stravagante: così si è presentata al pubblico l’attesissima Fiac Off,  un assaggio gustoso e originale prima della grande fiera d’arte contemporanea parigina. Non poteva che aprirsi in un luogo come la Città della Moda e del Design, piattaforma attiva nella creazione tout court. Luogo molto frequentato e aperto da poco, è stato ideato da Jacob + MacFarlane, al secolo Dominique Jakob e Brendan MacFarlane, soliti sviluppare un’architettura  sperimentale sia nelle forme che nel materiale usato. Il duo di architetti ha qui conservato la struttura di cemento di un vecchio edificio industriale che poi hanno ricoperto, ma senza nasconderlo, con telaio metallico e pannelli di vetro, dove forma e colore ricordano il flusso della Senna su cui il palazzo si affaccia.
Ma torniamo a Fiac Off: 68 gallerie d’arte contemporanea in totale, da 13 Paesi diversi, tutte o quasi sono giovani, con artisti emergenti. E prima salire ai piani superiori ecco che sui muri in cemento non poteva mancare la street art, con le opere di Bault, Gris1, Katre, Kouka, Lek, Madame, Monkey-Bird Crew, Sowal e Swoon.
Due piani più su si entra nel ventre della fiera, e ci si imbatte in un pubblico diverso, certo molto giovane, ma non solo. Tra attesa e tanta curiosità di vedere quello che il Grand Palais non ha potuto accogliere, ecco l’insolita Art Brut presentata dalla galleria Ritsch-Fisch di Strasburgo, e poco più in là la parigina Olivier Robert con Friend Watan: The Ritual of film Screening dell’artista taiwanese Chen Chieh-Jen.
Christophe Gaillard, è il luogo dove scoprire artisti vari e progetti originali, mentre presenta qui un solo show di Koichi Enomoto la Taro Nasu di Tokyo. Niente male le due sculture del giovane inglese Jesse Wine presso la Hussenot di Parigi, e buono anche il lavoro dell’artista Anna Betbeze presso la newyorchese Kate Werble, così come quello di Moussa Sarr, tra video e performance, alla parigina Martine & Thibault de la Châtre.
Presenti all’appello anche quattro realtà italiane: Brand New Gallery di Milano, e le tre romane Marie-Laure Fleisch con un solo show di Ofri Cnaani, Frutta e Federica Schiavo. Non manca l’arte africana presso la Magnin-A, dove c’è Chéri Samba.
Infine, per chi vuole si vuole spostare tra la Fiac e l’Off è a messo disposizione il Batobus, un traghetto ogni trenta minuti, con il semplice biglietto d’ingresso. Benvenuti nell’art week parigina! (livia de leoni)

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