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Pasolini si balla a Milano. Al Teatro dell’Elfo una serata unica per “Vivo e Coscienza”, crossover incompiuto tra danza e teatro

di - 4 Ottobre 2013
Doveva approdare a Venezia, con Laura Betti protagonista e le musiche di Bruno Maderna. Il titolo? “Vivo e Coscienza”. Uno spettacolo-balletto, la cui dramaturgia l’aveva scritta Pier Paolo Pasolini, sceneggiando un alterco tra corpo e linguaggio, passione e ideologia, inno tragico nietzschiano. Rimasto incompiuto, costruito su una forma ciclica che ricorda i Sette peccati capitali di Brecht/Weill o della Lulu di Wedekind/Berg, Pasolini propone uno schema dove l’opposizione tra vita e coscienza è incarnata da due personaggi antagonisti che tentano l’affermazione della propria identità attraverso un ciclo di episodi legati alla storia: il Seicento, la Rivoluzione Francese, gli anni del Fascismo, la Resistenza. Quattro scene per quattro “danze” sui “temi” del lavoro, rivoluzione, guerra e morte dove le azioni di “Vivo e Coscienza” saranno alternate dalle parole di Francesco Leonetti, poeta e amico personale del grande scrittore e regista, nonché attore in alcuni suoi film. La sua voce, registrata per l’occasione con l’aiuto di Eleonora Fiorani, diviene così forse l’elemento più vivo e toccante di uno spettacolo che vedrà in scena i neodiplomati della scuola di Teatrodanza della Paolo Grassi di Milano, con le coreografie e la regia di Luca Veggetti, che spiega: «data la natura frammentaria del testo di Pasolini, così come il fatto che dei quattro quadri previsti ne completò, come dialogo, solo il primo, ci è sembrato più interessante lavorare sul materiale delle didascalie, proponendo un rapporto di diegesi tra testo e azione». Un grande cross over di epoche, dove anche le musiche di Paolo Aralla seguiranno i temi ieratici del ‘600 e la musica popolare del ‘900. Un pezzo esclusivo per raccontare tutte le epoche e tutte le storie contemporanee da ieri a oggi, dalla vita “naturale” e della coscienza umana.
«Un abbozzo curioso, greve di simboli, assai difficile da mettere in scena, ma che sprigiona un fascino particolare, con una serie di idee influenti e non poco nella nuova danza a partire dal dopoguerra» scrive Marinella Guatterini. Un appuntamento che i Pasoliniani non potranno di certo mancare, lunedì 7 ottobre, in occasione del Festival MilanOltre. E che celebrerà, ancora una volta, la potenza del grande intellettuale insabbiata da anni di silenzio e muri di gomma.

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