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Pinocchio in vendita. A Collodi la villa intitolata al celebre burattino vale 19 milioni di euro, e in mezzo c’è anche il Parco di sculture progettato da Pietro Porcinai

di - 25 Luglio 2014
Un vero affare scriverebbe una qualsiasi agenzia immobiliare, ma qui siamo nell’ordine della leggenda, per cui la bella cifra che si richiede per la villa (19 milioni di euro da ripartire in oltre 40 camere da letto e una superficie complessiva di oltre 3mila metri quadrati su 5 livelli) è più che giustificata.
Stiamo parlando di Villa Garzoni, seicentesca dimora situata a Collodi, e meglio conosciuta come “Villa di Pinocchio”.
La società che tratta l’affare è la Lionard Luxury Real Estate, e insieme alla dimora principale sono compresi nel prezzo anche la Palazzina d’Estate, progettata da Filippo Juvarra, la fattoria, una dependance e dei piccoli padiglioni detti Bagnetti, posti alla sommità del giardino.
Un “bocconcino” niente male per la rappresentanza di qualche divo di Hollywood che cerca un buon ritiro tra la bellezza del paesaggio toscano? Forse, anche se pare che negli scorsi anni fosse stata nella lista dei desideri del Signor Preziosi, per intenderci il capo di “Giochi Preziosi”, che ne avrebbe voluto fare un Paese dei Balocchi.
Idea non del tutto bislacca, anche se a noi piace più pensare la residenza come la punta di diamante del Parco di Sculture ridisegnato dall’architetto del paesaggio Pietro Porcinai, dopo la sua apertura ufficiale a metà degli anni ’50, su iniziativa dell’allora sindaco di Pescia Rolando Anzillotti, che indisse uno dei primi concorsi per arte pubblica, ispirata ovviamente alla figura del burattino.
Architetti e scultori insieme consegnarono qualcosa come 165 progetti valutati dal pittore Gentilini, dagli scultori Griselli e Manzù, dal critico Enzo Carli e dall’architetto Giovanni Michelucci, e a vincere fu il gruppo Pinocchio e la Fatina di Emilio Greco e la piazzetta dei mosaici, progettata dallo scultore Venturino Venturi con gli Architetti Renato Baldi e Lionello De Luigi. Poi arrivarono anche Pietro Consagra, l’Osteria del Gambero Rosso, altra opera di Michelucci e gli interventi di Marco Zanuso e Augusto Piccoli. Indietro restò però il progetto di una grande biblioteca che raccogliesse tutto il materiale stampato intorno al burattino più famoso del mondo. Chissà che il nuovo inquilino della villa non possa dare una mano a sbloccare qualcosa, o a dedicare una parte di casa proprio a questa idea.

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