[exibart]
Casa degli Artisti di Milano ospita fino all’11 gennaio 2026 GERANOS – Subcultures of the Sun (Movimento III), progetto espositivo…
Oltre 150 opere a Palazzo Bonaparte per raccontare l'universo visionario dell'artista che ha rivoluzionato l'Art Nouveau, in dialogo senza tempo…
Un viaggio negli archivi degli architetti del ’900 per riscoprire come Reggio Emilia è diventata la città di oggi: una…
A TORRSO, Difetto di reciprocità propone un confronto tra due pratiche che lavorano sul tempo e sulla sedimentazione, lasciando che…
Con Chorals, l’artista franco-svizzero porta un’installazione acustica frutto di numerose registrazioni sottomarine. È l’ultimo tassello di un profondo rinnovamento della…
Opere di Picasso, Braque, Modigliani e degli altri pionieri della modernità, dal Museo Lam di Lille e dall’importante collezione Masurel…
Visualizza commenti
@hm: sulla questione del plagio ti leggo molto coinvolto, e il coinvolgimento è energia che può essere sempre declinata in modo proficuo. Anziché menar le mani sarebbe interessante provare a convogliare questa tua energia in ambito creativo: se non l'hai ancora fatto, perché non provi a realizzare qualcosa che rifletta e faccia riflettere circa la questione del plagio in ambito artistico? Sarebbe interessante, no?
Si potrebbe, per es., realizzare un'esposizione in cui far dialogare tra loro opere esplicitamente citazioniste (o plagiatrici, per qualcuno)con opere che, di contro, denunciano il plagio.
Che ne dici?
@Serena: invidia? verso chi o cosa?
@svelarte
scusa ma secondo me non c'è molto da riflettere a proposito del plagio, è un atteggiamento infimo di suo che non penso abbia bisogno di ulteriori spiegazioni. inoltre tra citazione e plagio dovrebbe esserci molta differenza, la citazione per essere definita tale deve essere riconoscibile e specifica in un certo differente contesto non essere il motivo trainante dell'opera altrimenti è plagio. magari su hirst ho esagerato ma mi sembra oggettivo che abbia fatto lavori sempre più banali, i primi erano sicuramente migliori. andare a caccia di farfalle non mi sembra fare arte, soprattutto quando non vai nemmeno a caccia ma le compri cacciate da qualcun'altro
@occhiale
hirst è tutto tranne che divertente, mi sa che non lo hai capito molto. sarà colpa degli occhiali o forse delle lettere maiuscole
Io ritengo invece che su ogni cosa ci possa essere molto da riflettere, tutto sta nell'interesse che vi si pone. Sul tema del plagio o presunto tale in ambito artistico puoi trovare qualche spunto qua:
http://www.ideasinthemaking.net/appropriation.html
http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2010/03/03/copia-caso-prestito-plagio-o-cosa/
(spero compaiano i link)
Interesse che, tra l'altro, non si limita alla dimensione etica ma, per es., anche a quella ontologica dell'opera d'arte...
Per quanto riguarda Hirst, premesso che tutto può essere arte - se lo può essere uno scolabottiglie figuriamoci se non può esserlo cacciare farfalle -, il punto potrebbe essere stabilire la qualità dell'opera. Come ho già detto, però, non è cosa che mi interessa; preferisco fermarmi a riflettere su quello che un lavoro contiene (se mi interessa) e/o sugli effetti che produce (i quali possono sempre essere considerati parte integrante dell'opera).
Tu parli di "lavori sempre più banali", può essere... Ma se provassi a spostare un poco il punto di osservazione sull'opera, l'orizzonte interpretativo, potresti cominciare ad assumere la banalità che l'opera esprime come un fattore interessante, che svela realtà o dimaniche su cui riflettere.
Prendiamo, un esempio a caso, l'ultima "merda" di McCarthy. Che sia un lavoro in sé banale, che non richiede alcuno sforzo concettuale e creativo è indubbio, e se la nostra critica sull'opera si limita a questo (come pare aver fatto Caliandro sull'ultimo numero di exibart.onpaper) è ovvio che la scarteremo subito; ma cosa ci avremmo guadagnato? Forse, però, mettendo un attimo da parte la tentazione alla stroncatura, potremmo cogliere molti altri piani di realtà dell'opera: L'opera è senz'altro banale eppure se ne parla molto; non è forse questa una cosa su cui riflettere?, forse l'opera è VOLUTAMENTE banale, perché ciò che intende fare è riflettere sulla banalità dell'arte contemporanea. L'opera pur essendo una "merda" fa scandalo (o meglio scandalizza una certa Italia); di nuovo, non è forse questa una cosa su cui riflettere?, forse l'opera contiene in se anche questo aspetto: come possono certe cose, certa arte, scandalizzare (magari solamente in superficie) ancora?
Perché partire sempre dal presupposto che l'artista sia un coglione che non sa fare nulla di meglio? Del resto, queste "merdate", se non le realizza un artista famoso che, in quanto tale, può esporre di tutto, chi le potrebbe realizzare?, o meglio: chi le potrebbe esporre? Perché non provare a ipotizzare, dico ipotizzare, che McCarthy non sia affatto imbolsito (come dice sempre Caliandro), ma che sia consapevole della possibilità che egli ha per farci riflettere su questioni sulle quali un artista sconosciuto non avrebbe possibilità di farci riflettere, perché nessuno esporrebbe una merda di un artista sconosciuto (e anche questo potrebbe essere un aspetto su cui riflettere).
Insomma, tutte possibilità di riflessione (che magari a qualcuno non interessano, ma questo è un problema di quel qualcuno, non dell'artista) che le cacate di McCharty o magari di Hirst possono senz'altro concedere. Altre opere, altri artisti, condurranno a riflessioni diverse, magari per alcuni più profonde; ma la realtà è fatta anche di cose banali (ma anche questo è soggettivo), e ben vengano quegli artisti che si interessano anche a questi aspetti.
svelarte, chi sei?
talvolta pare incredibile leggere commenti intelligenti su questo sito.
@virgola punto puntoevirgola: grazie del complimento.
Mettiamola così: se ti dicessi chi sono/siamo continueresti a non aver la minima idea di chi sia/siamo :) pertanto...
@svelarte
-Ma se provassi a spostare un poco il punto di osservazione sull'opera, l'orizzonte interpretativo, potresti cominciare ad assumere la banalità che l'opera esprime come un fattore interessante-
sinceramente non mi interessa chi esprime banalità per denunciare banalità, allora è meglio franco bisio o checco zalone che peraltro non affronto
-L'opera è senz'altro banale eppure se ne parla molto; non è forse questa una cosa su cui riflettere?, forse l'opera è VOLUTAMENTE banale, perché ciò che intende fare è riflettere sulla banalità dell'arte contemporanea.-
sì vabbè e quindi? è un cane che si morde la coda oltre a essere roba vecchia, la realtà è che la maggior parte della gente non è scandalizzata ma solo schifata
-Perché non provare a ipotizzare, dico ipotizzare, che McCarthy non sia affatto imbolsito (come dice sempre Caliandro), ma che sia consapevole della possibilità che egli ha per farci riflettere su questioni sulle quali un artista sconosciuto non avrebbe possibilità di farci riflettere, perché nessuno esporrebbe una merda di un artista sconosciuto-
sì ovvio ma il punto è che mi sembra che un tot di artisti vengano venerati solo per la firma quando in realtà si mettono a fare delle gran stronzate chiaramente per soldi e basta, da vinci per esempio non stava a ragionare sulla banalità e nonostante in tutta la sua vita abbia fatto 15 quadri ancora oggi ha gente adorante che sbava per vederlo, la realtà è che per ogni artista contemporaneo attuale ci sono max 5-6 opere significative che valga la pena di ricordare, in quest'ottica farne 15 fondamentali sarebbe una cifra immensa. inutile se non si ha niente da dire riflettere sulla propria banalità che egoisticamente si attribuisce a tutti, se per esempio all'inaugurazione del sopracitato si andasse con un secchio a tirargli merda in faccia magari l'artista potrebbe riflettere ancora meglio sulla sua b-analità e sul fatto che la sua incontinenza abbia innescato una reazione banale quanto la merda proposta, sarebbe anche un'opera interattiva tra l'altro, tutti a tirargli merda in faccia come coinvolgimento emotivo per lo schifo generato dalla sua merda
@hm:quello che scrivi lo avevo inteso nel tuo precedente commento, e nel mio precente ti avevo risposto; posso pure ribadire, ora... poi magari passiamo ad altro, d'accordo?
1)"sinceramente non mi interessa chi esprime banalità per denunciare banalità, allora è meglio franco bisio o checco zalone che peraltro non affronto"
Che a te non interessi è del tutto legittimo; ma, ripeto, il problema è tuo, non dell'opera o dell'artista che la realizza.
Per quanto riguarda Bisio, Zalone e similia, non cado in contraddizione e ribadisco che in tutto è possibile trovare stimoli di riflessione: Bizio, Zalone, Mariadefilippi, Grandefratello, quello che vuoi; è solo questione di scegliere il livello di realtà su cui muovere l'approccio critico e di consapevolezza della fruizione
2) "sì vabbè e quindi? è un cane che si morde la coda oltre a essere roba vecchia, la realtà è che la maggior parte della gente non è scandalizzata ma solo schifata"
Sì, può essere sia un cane che si morde la coda e che sia roba vecchia; ma per quanto vecchia forse, dico forse, può essere ancora utile - in ambito estetico, per dirne una, vi sono importanti teorie ontologiche extratestuali (vedi Danto, Nanni ecc.) per le quali il riferimento al ready-made è fondamentale; roba vecchia - il ready-made - ma data l'ignoranza che dilaga in ambito artistico (artisti, curatori, collezionisti, fruitori ecc.) sulla questione dello statuto ontologico dell'opera d'arte (si fa arte ma non si sa cos'è...)continuare a utilizzare tale linguaggio (il ready-made, dico) non è poi così sciocco, da questo punto di vista.
Daltro canto non comprendo il "nuovismo" a tutti i costi, e non comprendo (ma anche questo l'ho già detto) questo continuo bisogno di emettere giudizi di valore: "questo è già stato detto, questo è già stato fatto"; che m'importa?, non sono l'addetto a sventolar bandiera sull'arrivo del gran premio di formula uno, nteressano i contenuti: nell'economia di una fruizione a scopo di crescita individuale che rilevanza ha il fatto che siano originali o meno??
3)"sì ovvio ma il punto è che mi sembra che un tot di artisti vengano venerati solo per la firma quando in realtà si mettono a fare delle gran stronzate chiaramente per soldi e basta, da vinci per esempio non stava a ragionare sulla banalità e nonostante in tutta la sua vita abbia fatto 15 quadri ancora oggi ha gente adorante che sbava per vederlo, la realtà è che per ogni artista contemporaneo attuale ci sono max 5-6 opere significative che valga la pena di ricordare, in quest'ottica farne 15 fondamentali sarebbe una cifra immensa". inutile se non si ha niente da dire riflettere sulla propria banalità che egoisticamente si attribuisce a tutti
Qui mi pare ti contraddica, correggimi se sbaglio.
Dici: "inutile se non si ha niente da dire riflettere sulla propria banalità che EGOISTICAMENTE SI ATTRIBUISCE A TUTTI"; eppure due righe sopra affermi tu stesso che "PER OGNI artista contemporaneo attuale ci sono max 5-6 opere significative che valga la pena di ricordare".
Dunque codesta banalità non è un carattere di pochi che, egoisticamente, attribuiscono a tutti; ma un problema diffuso in ambito contemporaneo. Pertanto è bene riflettervi, credo.
4) "se per esempio all'inaugurazione del sopracitato si andasse con un secchio a tirargli merda in faccia magari l'artista potrebbe riflettere ancora meglio sulla sua b-analità e sul fatto che la sua incontinenza abbia innescato una reazione banale quanto la merda proposta, sarebbe anche un'opera interattiva tra l'altro, tutti a tirargli merda in faccia come coinvolgimento emotivo per lo schifo generato dalla sua merda"
Ooh su questo concordo! Più che legittimo rispondere merda a merda!
Ma ben inteso che, se lo si facesse, si finirebbe con l'ammettere che la provocazione di McCarthy ha provocato, e se una provocazione provoca è una provocazione riuscita, ossia una provocazione vincente :)
-Dici: "inutile se non si ha niente da dire riflettere sulla propria banalità che EGOISTICAMENTE SI ATTRIBUISCE A TUTTI"; eppure due righe sopra affermi tu stesso che "PER OGNI artista contemporaneo attuale ci sono max 5-6 opere significative che valga la pena di ricordare".
Dunque codesta banalità non è un carattere di pochi che, egoisticamente, attribuiscono a tutti; ma un problema diffuso in ambito contemporaneo. -
volevo solo dire che è inutile riflettere su quello che non si ha da dire, meglio il silenzio. non credo sia un problema diffuso in ambito contemporaneo ma è sempre stato così nella storia dell'arte, le opere da ricordare per ogni artista si limitano a 5-6 nella migliore delle ipotesi (di solito 2-3 ma anche zero nel 90% dei casi)
-Ma ben inteso che, se lo si facesse, si finirebbe con l'ammettere che la provocazione di McCarthy ha provocato, e se una provocazione provoca è una provocazione riuscita, ossia una provocazione vincente :)-
sisi ma infatti il secchio di merda era proprio per migliorare la sua opera e farla diventare interattiva, un completamento della stessa. resta il fatto che gli colerebbe la merda dalla faccia per alcuni lunghissimi secondi
-nell'economia di una fruizione a scopo di crescita individuale che rilevanza ha il fatto che siano originali o meno??-
il problema non è tanto l'essere originali ma comunicare qualcosa, se il 90% delle mostre comunicano la riflessione sulla mancanza di comunicazione o sul medium usato per la realizzione della stessa (che in questo contesto è arte ma nell'uso domestico no etcetc) forse vuol dire che sono mostre fake di gente che riflette sul motivo per cui sta facendo una determinata azione, invece di occuparsi veramente di come farla. questo vale anche per chi riproduce scoregge in loop con altoparlanti rotti e riflette sul suono che ne esce, cioè in definitiva non fa musica ma riflette sulla sua incapacità di farla e su come l'orecchio della gente percepisca il suo fallimento, magari è pure convinto che ci sia chi apprezza note monotematiche e nel suo salotto ha appeso un poster con scritto less is more, per quanto mi riguarda rimane un poser fashion victim inconsapevole ma tu potresti anche apprezzarlo moltissimo e crederlo un genio, nessuno te lo vieta
@hm: Dall'ultima parte del tuo ultimo messaggio mi pare di capire che tu sia un po' scocciato per il fatto che a fronte di una probabile mediocrità intellettuale (chiamiamola così) dell'artista, la tendenza a piegare questa mediocrità riflettendo artisticamente sulla mediocrità stessa si vada sempre più diffondendo.
Mah, può essere... il fatto è che io non mi interesso molto all'artista, alle sue intenzioni, alle sue capacità, alla sua visione del mondo, al come è arrivato dove è arrivato; insomma fosse per me eviterei proprio di prendere in considerazione l'artista, a me interessa l'opera e i significati che essa disvela: una volta creata, di colui che l'ha creata posso fare tranquillamente a meno.
Mi rendo conto che non è una visione molto popolare, anche qua sul forum noto che le persone sono molto più interessate a tutto ciò che ruota intorno all'autore piuttosto che ai possibili significati dell'opera.
Credo che, fondamentalmente questo mio disinteresse per l'artista dipenda da:
1)la mia totale mancanza di spirito competitivo: non anelo alla popolarità di artisti popolari, nè soffro per il fatto che qualche presunto (non da me) incapace abbia fatto più soldi e più mostre di me; non me ne frega proprio niente.
2)ritenendo che la (o una delle) specificità del linguaggio artistico contemporaneo, a differenza di ogni altro linguaggio, consista nel fatto che se l'artista è proprietario materiale dell'opera egli non ne è, tuttavia, proprietario semantico (ovvero epistemico): i significati, in arte, si svelano non si impongono (nemmeno l'artista può farlo). Pertanto i significati che un artista dà alla propria opera non valgono più di quelli che chiunque (ovviamente nel rispetto delle verità dell'opera) può dargli: è per questo che non mi soffermo mai a valutare l'artista, la sua profondità intellettuale, le sue intenzioni ecc.
Tutto ciò per dirti che non so da cosa dipenda la diffusa tendenza di cui sopra; tendenza che rilevo anche io, sia chiaro, e capisco possa stancare (anche se, per i miei interessi in ambito di ontologia dell'arte, a me le creazioni metalinguistiche non annoiano mai :). Aggiungo anche però che vedo tanti lamentarsi di questa presunta pochezza di contenuti, ma quanti di costoro saprebbero fare di meglio? In fin dei conti perché prendersela con l'artista se ciò che fa lo si ritiene mediocre?, ciascuno è libero di creare secondo le proprie capacità; semmai ha senso prendersela con chi espone, acquista o paga per vedere certe opere.
Ad ogni modo concludo dicendo che, a mio parere, si prende tutto troppo seriamente in ambito artistico; non so, forse sono io a non capire, ma trovo che tuttosommato l'arte non abbia lo scopo (perché, credo, non ne ha le capacità) di esprimere chissà quali profonde e complesse riflessioni: se si vuole questo forse è più utile scrivere e leggere saggi di psicologia piuttosto che di filosofia: Freud, Wittgenstein o chi per loro; rivolgersi a un medium immediato come l'arte credo produrrà inevitabilmente insoddisfazione.