Perché la morte non sia vana, e perché i sogni affondati in mare, la speranza di cambiare vita, di attraversare il Canale di Sicilia per giungere a una terra, se non promessa almeno di speranza, sia dignitosamente riconosciuta, almeno da parte dell’arte. È con questo messaggio che Spazio Tadini di Milano mette in scena “Save my dream”, con il Patrocinio del Comune di Lampedusa e Linosa e, al momento, con la collaborazione di Corriere delle Migrazioni, Cesvi e associazione Per i Diritti Umani. A cura di Melina Scalise e Francesco Tadini una collettiva per ridare vita ai sogni delle vittime, non solo in segno commemorativo ma anche per avvicinarsi a tutti i comuni che, spesso con pochissime forze, affrontano quotidianamente il rituale dell’accoglienza di migliaia di persone disposte persino a rischiare la morte per tentare di cambiare le loro condizioni di vita.
Una mostra a scopo benefico, dove oltre cinquanta artisti provenienti da tutta Italia hanno accettato di donare un loro lavoro al Comune siciliano per raccogliere fondi. Ma saranno, in un secondo momento, Lampedusa e Linosa a scegliere se effettuare una vendita immediata o se dare vita a una mostra itinerante o permanente per cui i visitatori potranno, con la loro offerta, dare un sostegno economico duraturo nel tempo.
Seguendo il sogno di Martin Luther King, «che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: “Riteniamo queste verità di per sé evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali» Spazio Tadini invita gli artisti a realizzare un’opera di dimensioni 20×20 cm o 30×30 cm o 20×30 centimetri, il cui ricavato sarà utilizzato per aiutare gli immigrati. Il prezzo sarà indicato dall’artista, ma i pezzi pervenuti non avranno titoli, ma solo una sigla numerica preceduta dalla parola “sogno”.
Dal 7 dicembre la mostra generale, nello spazio milanese di via Jommelli, poi “i sogni” partiranno per la Sicilia. E visto che proprio allo Spazio Tadini è in corso il quarto festival “Coreografarie d’Arte”, il momento dell’opening della mostra milanese sarà anche intervallato da uno spettacolo curato da Federicapaola Capecchi, e dalla sua ricerca del movimento del corpo impegnata su temi sociali. Non mancate e, appello agli artisti, donate!