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Sarà l’anno di Albert Serra. Non solo alla Biennale nel “padiglione” della Catalogna curato da Chus Martinez, ma anche alla Tate Modern

di - 2 Novembre 2014
Sarà probabilmente una delle voci che nel 2015 si rincoreranno da un lato all’altro dell’art world. Parliamo del regista di Albert Serra, nato a Banyoles, nel 1975. Attivo già dai primi anni 2000, quando uscì Crespià e successivamente El cant dels ocells (Gaudí Award per il miglior film del 2009), nel 2012 è stato uno degli artisti partecipanti a Documenta dove presentò il suo Els tres porquets, mentre l’anno scorso Historia de la meva mort è stato giudicato “miglior film” presentato a Locarno.
Che farà Albert Serra, dunque, nel 2015? Per esempio sarà alla Biennale nel “padiglione” della Catalogna per gli eventi collaterali della kermesse con una produzione nuova dedicata al tema della “Singularity”, ovvero come le immagini agiscono in un determinato modo in base ai contesti.
«Gli scrittori del XX secolo hnno scritto con parole diverse, i registi del XXI sono in grado di lavorare con schermi differenti. Il creatore di immagini in movimento dal XXI lavora con diversi tipi di immagini e quindi deve fare suo un chiaro obiettivo narrativo», ha dichiarato il regista che sarà “curato” da Chus Martìnez, direttore dell’Istituto per le Arti all’Accademia FHNW di Basilea ed è stato direttore del Kuntstverein di Francoforte, capo curatore al MACBA, a El Museo del Barrio di New York e ha fatto parte del team curatoriale di Documenta (13).
Ma non è finita: oltre alla Biennale dal prossimo marzo la Tate Modern presenterà la prima grande mostra nel Regno Unito del regista anticonformista che rimetterà in scena anche il progetto commissionato da Kassel, insieme a un’anticipazione del nuovo lavoro veneziano. Occhi puntati.

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