Quanti anni ha l’orafo più anziano del mondo? 3500, più o meno. Magari Amenemhat sarà un po’ arrugginito ma sull’abilità abbiamo ampie garanzie, visto che, come da incisioni, il suo lavoro era dedicato ad Amon-Ra, divinità solare nel complicato panteon dell’Antico Egitto, che continua a nascondere i suoi tesori. La tomba dell’orafo e fabbro, vissuto durante la XVIII dinastia, tra il 1567 a.C. e il 1320 a.C., è stata ritrovata da un’equipe di archeologi a Luxor, sulla riva sinistra del fiume Nilo, nella zona di Draa Abul-Naga, una necropoli riservata ai nobili e alla figure di spicco molto vicine alla casa reale. Gli scavi sono durati cinque mese e nella camera principale sono state ritrovate le statue di Amenemhat e la moglie, una scultura più piccola, che raffigura uno dei figli, e diverse mummie in modesti sarcofagi di legno, probabilmente non appartenenti alla famiglia dell’orafo, visto che in tempi antichi la tomba fu riutilizzata. La camera conteneva anche tutti gli elementi indispensabili per i riti funerari, contenitori in ceramica, maschere di legno e le figurine ushabti, piccole statue blu, bianche o nere che dovevano aiutare il defunto nella sua nuova vita nei campi Aaru, il paradiso della religione egizia.
Il ritrovamento è piuttosto modesto, nessun favoloso tesoro protetto da terribili maledizioni, ma in Egitto la notizia è stata salutata come un grande successo, in funzione di una strategia di recupero dei flussi turistici. «Questa scoperta è molto importante anche dal punto di vista commerciale. È esattamente ciò che serve all’Egitto», ha dichiarato il ministro dell’antichità dell’Egitto, Khaled el-Enany, in una conferenza stampa. Tra l’ansia del terrorismo e l’interruzione dei voli dalla Russia, in seguito all’incidente del volo Metrojet 9268 schiantatosi sul Sinai nel 2015, la strada della ripresa sarà lunga ma, dopo anni, finalmente gli introiti del settore sono saliti, con 3.5 miliardi di dollari negli ultimi sette mesi.