Ottimo periodo per i musei fiorentini e per i loro restauri e per le donazioni: prima la Venere dei Medici che si scopre essere stata policroma e poi spogliata del suo colore durante il regno di Napoleone, poi la donazione delle quattro tele di Ferretti che ora saranno restaurate e adesso, a Palazzo Vecchio, la scoperta di alcune tracce di colore dell’affresco della Battaglia di Anghiari, il capolavoro perduto di Leonardo da Vinci che l’artista dipinse nel 1503 nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Grazie a una sonda endoscopica che ha permesso l’analisi della parete affrescata da parte del team di ricerca guidata dall’ingegnere dell’Università di San Diego Maurizio Seracini, si sono scoperti pigmento di manganese, cristallo di lacca, polvere di mattoni ma anche pigmenti a base di torlo d’uovo, rinvenuti dietro la parete affrescata da Giorgio Vasari.
Gli indizi insomma inducono a pensare che in quel punto di Palazzo Vecchio stesse il famoso affresco di Leonardo, rovinatosi pochi anni dopo la sua esecuzione e sostituito da quello del Vasari. La cautela ovviamente è d’obbligo ma lunedì, alle 12.30, proprio nel Salone dei Cinquecento, verranno presentati i risultati ufficiali della ricerca alla presenza del sindaco di Firenze Matteo Renzi, il vicepresidente esecutivo della National Geographic Society Terry Garcia, che sponsorizza l’indagine su cui sta realizzando un docufilm in esclusiva, la soprintendente Cristina Acidini e ovviamente Maurizio Seracini che, per ora, ha presentato un reportage sulle indagini della parete alla Soprintendenza e all’Opificio delle Pietre dure, che hanno fornito l’assistenza tecnica e hanno sorvegliato l’indagine.