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Sgarbi: “Farò una bella Biennale, così non verrà nessuno”

di - 22 Gennaio 2010
Una cosa nessuno potrà negargliela: di non aver perso tempo. A poche ore dall’ufficializzazione dell’incarico come curatore del Padiglione Italia per la Biennale di Venezia 2011, Vittorio Sgarbi presenta già il suo progetto. Un progetto informale, ma pur sempre un progetto. Lo affida infatti alle pagine del Giornale, quotidiano col quale collabora da tempo.
A tratti è scherzoso, quasi irridente, in linea con l’aspetto “Mr. Hyde” della sua multiforme personalità: “Non me lo aspettavo. Ma ne sono felice. A Venezia si mangia bene. Si incontrano persone curiose e persone distratte. Non ho mai incontrato nessuno a cui sia piaciuta una Biennale. Eppure ci vanno tutti”.
Ma per il resto è serio, molto serio. “Non ho chiesto né al ministro per i Beni culturali, né tantomeno a Berlusconi, come ho letto su qualche giornale, di essere nominato direttore del Padiglione Italia della prossima Biennale”, ci tiene a precisare.
Poi entra nel merito: “La mia Biennale sarà dunque quella del centocinquantesimo dell’unità d’Italia, e dovrà esibire gli artisti che, con il loro valore, meglio illustrino il prestigio nell’arte della nostra nazione. […] Forse Bondi ha voluto alzare la posta e spingere ancora più avanti quella che ad alcuni sembrerà una provocazione e, al di là dei facili e prevedibili contrasti, già prevedo la prima riserva: ma Sgarbi è un esperto di arte antica, non si occupa di arte contemporanea, anzi la odia. Quante volte ho sentito queste affermazioni e quante volte ho pensato ad artisti superbi come Domenico Gnoli, Antonio López García, Werner Tubke, e anche a più giovani come Lino Frongia, Luigi Serafini, Giuseppe Ducrot, Luca Crocicchi sono alcuni nomi delle migliaia di cui mi sono occupato. E Carlo Guarienti, Gianfranco Ferroni, Piero Guccione, Gaetano Pompa. Contemporanei? No, dispersi. Ignorati. Rispetto a altri sempre visti, ovunque esposti, esaltati, necessari, onnipresenti”.
Il discorso si allarga anche a considerazioni “universali”: “Non si capisce perché, per ricordare una polemica di qualche anno fa, Buren deve essere più contemporaneo di Balthus. Se è soltanto una questione d’età, allora è indiscutibile che Serafini è più contemporaneo di Pistoletto. Ma è forse una questione di visione? C’è una visione più contemporanea di un’altra? Fino a che punto è contemporaneo Rauschenberg? E lo è più o meno di Fetting? Quesiti oziosi. Giacché, come è evidente, tutta l’Arte è Arte contemporanea. Il resto è classificazione, mercato, moda, sindacato, lobby, scuderie, squadre”.
Fino al paradosso finale: “Quest’anno il Padiglione Italia è stato criticato in modo feroce, se possibile più di ogni altra volta. Eppure la Biennale e anche quel Padiglione non ha mai avuto tanti visitatori. Bisogna quindi sperare di farla particolarmente brutta perché sia molto vista. Proverò a farla bella perché non ci vada nessuno”.

[exibart]

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  • Quello che si dimentica è la ribalta: la Biennale, a parte i detrattori per principio, è un palcoscenico internazionale. Chi sceglie un curatore per una simile occasione DEVE pensare che non può solo accontentare orticelli di casa sua. Questo vale per chiunque naturalmente.
    Aver scelto in un modo alla 53a e nel medesimo per la 54a indica scarsa conoscenza dell'ABC delle politiche culturali.
    Sgarbi, che ci piaccia o meno, e a causa della sua scarsa capacità di gestione soprattutto di manifestazioni espositive, è considerato poco meno che niente all'estero, un referente neppure da prendere in considerazione, giudicato dalle maggiori istituzioni internazionali poco più che un arrabattato.

  • ...a Sgarbi manca l'intelligenza artistica, l'intelligenza moderna, lui stesso non è contemporaneo...

  • vedo che i compagni già sono in fila per sputare veleno, ma oltre a questo non sanno fare altro, ed è proprio merito loro se questa tanto odiata destra di berlusconi governerà fino alla notte del giudizio universale.........a mio giudizio dopo aver assistito alla magica Biennale di Szeemann mi è venuto il reflusso gastroesofageo con quella di Bonami, pertanto anche belzebù non potrebbe fare peggio, quindi Sgarbi non mi scandalizza.

  • E invece bisogna sentire! Questo è il risultato quantomeno dell'arrogante,ottuso,lobbysta,genoflesso,mafioso,finto e poco serio "sistema dell'arte" artisti compresi.Che differenza passa tra Sgarbi e Bonami? Nessuna! Ognuno coltiva il proprio interesse privato, con i propri lacchè, e a loro volta lacchè dei grandi interessi. Privato! E' questo il limite. Per quello che mi riguarda non cambia nulla!Indipendente ero e tale rimango, faccio e vivo da artista,con il mio lavoro.
    Perciò, Sgarbi o Beatrice... il lavoro è il mio critico, e chi lo acquista il riconoscimento. Alla biennale non ci vado, ma a Venezia si!

  • Io penso nel profondo del mio cuore, che se tutte le persone che non fanno altro che criticare gli altri e parlare male, riescono a guardarsi nel profondo della loro anima, e provare solo per un istante ad essere la persona che contestano o che maltrattano anche non conoscendola "IO sarei capace di poterlo fare nel migliore dei modi " allora forse troveranno da soli la giusta risposta.
    Io già sono andato oltre e pensandoci bene meno male che c'è Sgarbi, Berlusconi, Caravaggio, Giovan Battista Tiepolo, Modigliani, Morandi, Zeling, Brignano, ecc......
    PS.. Non guardate un solo emisfero la terra è composta da due emisferi. Ciao a tutti da Pesci57

  • ....Sgarbi curatore del padiglione italiano della Biennale di Venezia 2011 dopo il già nefando Luca Beatrice? è il titolo di una storia di Topolino, tipo " Paperino Astronauta " o " Paperoga Ventimila Leghe sotto i mari " mi auguro...

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