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Solo un criminale risolve il crimine. Alla British School at Rome arriva Eyal Weizman, sul rapporto tra architettura e conflitti

di - 29 Maggio 2016
Potete scoprire il suo lavoro alla 15esima Biennale di Architettura, ma se non siete ancora stati a Venezia una buona occasione per incontrarlo è domani, alla British School di Roma. Lui è Eyal Weizman, Professore di cultura spaziale e visiva e Direttore del Centro di Ricerca di Architettura al Goldsmiths, che nel 2007 insieme a Sandi Hilal e Alessandro Petti ha fondato il collettivo DAAR Decolonizing Architecture Art Residency. Ma se anche questo vi dice poco allora ecco qualche titolo in italiano: ll minore dei mali possibili (Nottetempo, 2013), Architettura dell’occupazione. Spazio politico e controllo territoriale in Palestina e Israele (Bruno Mondadori, 2009), Il male minore (Nottetempo, 2009). Vincitore del Premio James Stirling Memorial Lecture Prize per gli anni 2006-2007, Weizman nella Capitale sarà protagonista di un nuovo appuntamento di “Fragments”, il ciclo di incontri sull’architettura curato da Marina Engel, e presentato in questo caso da Pippo Ciorra.
Una lecture dal titolo speciale: Only the Criminal can solve the Crime – Soltanto il criminale riesce a risolvere il crimine, che di nuovo affronterà il capitolo spinoso della relazione tra architettura e conflitti, partendo dal suo progetto di ricerca Forensic Architecture, che sonda le vicende politiche e sociali attraverso spazi e ambienti costruiti, leggendo gli eventi attraverso le trasformazioni materiali e che tra le pratiche più affascinanti ha anche la “revisione” di rovine e detriti prodotti dall’intervento di droni, e da altre strumentazioni, utilizzando scansioni di siti archeologici, filmati registrati con telefoni cellulari e interviste a testimoni al fine di compiere una dettagliate ricostruzione degli avvenimenti dal punto di vista architettonico.
Perché come ricorda Engel, «Se i significati e ricordi che attribuiamo alla nostre esperienze sono tanto strettamente legati al materiale, come possono gli individui, i gruppi etnici, le nazioni ricostruire le proprie identità e storie di fronte alla distruzione?». Questa è una delle tante soluzioni. Appuntamento alle 18.

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