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Ti piace “alternativo”? Exibart.onpaper indaga collettivi indipendenti, spazi no profit…

di - 22 Novembre 2009
Collettivi curatoriali indipendenti, gruppi di ricerca e sperimentazione, spazi espositivi no profit. Spesso orientati verso le dimensioni sociali, politiche e culturali dello spazio pubblico. Con un approccio parallelo ma che a volte incrocia i canali “ufficiali” di circolazione del contemporaneo.
Realtà presenti da decenni in ambito internazionale, ma che anche in Italia vanno assumendo un’importanza crescente. Realtà sulle quali Exibart.onpaper ha pensato di “mettere ordine”, con un’inchiesta che ne analizzerà la nascita, il contesto di azione, l’interfaccia con interlocutori istituzionali e privati.
Realtà come il torinese a.titolo, organizzazione no profit fondata nel 1997 dalle critiche d’arte Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Nicoletta Leonardi, Lisa Parola e Luisa Perlo, impegnata in progetti site-specific, committenze di arte pubblica, campagne fotografiche, convegni, pubblicazioni, workshop e attività didattiche. O il romano 1:1projects, “piattaforma per la creazione, lo sviluppo, la produzione e la promozione di progetti nell’ambito della cultura contemporanea”.
Ma la giungla è articolata e complessa, per cui non ci resta che rimandarvi al prossimo Exibart.onpaper, in arrivo giusto giusto per occupare i vostri stanchi pomeriggi natalizi. E se non volete mollare tombola e panettone per cercarlo in uno dei tantissimi point della vostra città, bastano 24 euro e arriverà dritto sotto il vostro albero di Natale…

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  • a me qualcuno dovrebbe spiegare cosa hanno di indipendente realtà come 1:1 visto che fanno le stesse cose con le stesse persone che puoi trovare tranquillamente in galleria.

  • magari non ci guadagnano niente, che ne pensi?
    il che da loro la possibilità di scelta tra tutti gli artisti con o senza galleria. se poi la scelta ricade sugli stessi, sarà perchè non c'è niente di meglio in giro.

  • in effetti molto spesso dietro la facciata dello spazio alternativo si nascondono gallerie vere e proprie. è un fenomeno in rapida espansione.

    sarebeb interessante se l'inchiesta includesse anche questo aspetto.

  • kriaco, e pensare che eri partito bene.
    Teoricamente avrebbero la possibilità di scegliere anche tra gli artisti senza galleria, in pratica questo non avviente perchè non è "conveniente". Anche se come dici tu non ci guadagnano niente, evidentemente sei bene informato, se lavori con artisti senza galleria corri il rischio molto forte di non finire sulle riviste, di essere ingirato da quelli che contano, e poi continua tu vista che la sai lunga.
    Potrebbero anche avere gli occhietti attappati ma tendo ad escluderlo. Questa storia che non c'è niente di meglio in giro continuate a cantarvela da soli

  • scusate, ma il progetto non suona totalmente nuovo... del no profit italiano non si era già largamente occupato undo.net?

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