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Trentasei candidati per il “Moroso Concept per l’arte contemporanea”, con una madrina d’eccezione: Paola Pivi

di - 26 Gennaio 2017
Saranno selezionati in febbraio i primi dodici finalisti del “Moroso Concept per l’Arte Contemporanea”, nato come “Premio Moroso” su idea del curatore Andrea Bruciati, con il supporto di Patrizia Moroso, art director del notissimo brand celebre per i suoi complementi d’arredo e le sue collaborazioni-produzioni con grandi designer.
Il nutrito gruppo in cui Bruciati, Moroso e la madrina di questa edizione, l’artista Paola Pivi, andranno a pescare per la Mostra finale al Museo Etnografico del Friuli di Udine, è composto da Alfredo Aceto, Alessandro Bava, Canemorto, Ludovica Carbotta, Gabriele De Santis, Elena El Asmar, Roberto Fassone, Graziano Folata, Francesco Fonassi, Anna Franceschini, Martino Genchi, Oscar Giaconia, Michele Guido, Helena Hladilova, Invernomuto, Lucia Leuci, Erika Kimberly Lizzori, Federico Maddalozzo, Davide Mancini Zanchi, Nicola Martini, Rebecca Moccia, Margherita Moscardini, Marco Pio Mucci, Valerio Nicolaj, Giovanni Oberti, Ornaghi e Prestinari, Pennacchio Argentato, Luigi Presicce, Stefano Seretta, Giovanna Silva, Sebastiano Sofia, Marco Strappato, Gian Maria Tosatti, Ilaria Vinci, Driant Zeneli, Italo Zuffi.
Trentasei in totale, diversi per pratica e anche generazione e curriculum, arrivati da una serie di “segnalazioni” da parte degli artisti vincitori o menzionati delle scorse edizioni: Sergio Breviario, Gianni Caravaggio, Loris Cecchini, Giulio Delvé, Ettore Favini, Anna Galtarossa, Andrea Mastrovito, Andrea Nacciarriti, Dragana Sapaňjoš, Namsal Siedlecki, Luca Trevisani, Nico Vascellari.
Un vero e proprio rapporto dialettico, come afferma Patrizia Moroso: «Credo fermamente alla dialettica e al confronto fra le arti: il dialogo innalza il livello di consapevolezza e regala condivisione e nuova conoscenza; lo scambio aiuta a compenetrare e capire meglio i reciproci linguaggi».
E infatti, ai 12 finalisti, non sarà più richiesta una “semplice” installazione per gli showroom di Milano, New York e Londra, ma di realizzare un progetto concepito appositamente per gli ambienti Moroso che potrà essere al tempo stesso realizzato e veicolato presso musei e centri d’arte contemporanea istituzionali.
«L’iniziativa, oltre a costituirsi come segmento complementare e necessario all’ancora troppo timida politica nazionale di sostegno alle giovani generazioni, rappresenta un ulteriore contributo di carattere mecenatistico da parte dell’imprenditoria italiana più attenta al valore creativo», spiega Andrea Bruciati. Appuntamento al 28 aprile.

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