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Un albero oggi o una scultura domani? A La Spezia la polemica sul progetto Vannucci-Buren diventa un caso, e la piazza insorge

di - 26 Giugno 2013
«Non conosco personalmente il signor Sgarbi, ma solo la sua reputazione molto aggressiva come persona reazionaria contro l’arte contemporanea! Quello che non sapevo è che, in più, era un bugiardo? Allora dovete sapere che ho progettato l’intero progetto con l’Architetto Vanetti e il suo team e che condivido la loro stessa responsabilità. Abbiamo fatto il progetto, tra cui una trasformazione non solo del luogo stesso, ma anche nel cambiare il tipo di alberi, sostituendo i pini con una serie di altre categorie portando, molti più alberi rispetto a quelli che vogliamo tagliare» dichiara così Daniel Buren al quotidiano “Città della Spezia” a fronte di una serie di giornate critiche che oggi sono rimbalzate anche sui media nazionali, tra cui il Corriere della Sera, che in una mezza pagina ha raccontato di quello che bolle in pentola da tempo su piazza Verdi, appunto a La Spezia. Affidata per un restauro totale in un progetto congiunto tra architettura e arte proprio al progettista fiorentino Giannantonio Vannetti e a Buren. Ma cosa succede, e perché si innesca la polemica a tre anni dal deposito del progetto? Su piazza Verdi affacciano diversi pini marittimi, che hanno visto la seconda guerra mondiale e la liberazione dell’Italia, servendo anche come riparo dal sole per i partigiani. Ora, secondo scheda di lavoro, i pini dovranno essere abbattuti per pedonalizzare la piazza e per far posto alle Porte di Buren, strutture molto simili a quella installata, per esempio, permanentemente nella cittadina tedesca di Münster, durante lo Skulpture Project del 1987. Questa è una delle innumerevoli concause che hanno fatto imbufalire e gridare allo scandalo molti spezzini, e fatto ficcare il naso a Mister Vittorio Sgarbi, che ovviamente non ha perso l’occasione per scagliarsi contro l’amministrazione comunale, complice secondo il critico di non voler realmente pedonalizzare la piazza, e di spendere inutilmente denaro pubblico. Massimo Federici, major de La Spezia, attaccato su tutti i fronti dalle associazioni ambientaliste, da Italia Nostra, da colleghi e “nemici”, si è detto amareggiato per un progetto che, secondo lui, avrebbe voluto dare alla città “un colpo d’ala, con il contributo non indifferente di un artista internazionale”. E mentre il comitato di cittadini a difesa della piazza chiede un’istruttoria per verificare la “monumentalità” degli alberi e si appella al Ministro Bray, Buren continua la sua arringa: «Conosco questa bellissima città da più di 50 anni e ci sono stato decine di volte. Inoltre, con il signor Vannetti e il suo team, abbiamo visitato spesso la città e abbiamo imparato a conoscerla molto attentamente e in tutti i suoi dettagli, parlando con gli storici e gli specialisti. Ho letto diversi libri sul suo sviluppo, specialmente nel corso degli ultimi due secoli. Ricordo molte persone orgogliose di essere storici e/o giornalisti, così infuriati con il mio progetto per il Palais-Royal a Parigi, che dicevano enormi stupidaggini senza esitazione nell’utilizzare fatti falsi sulla storia stessa di quel luogo di cui io sapevo più di quanto essi stessi affermassero di saperne. Come forse voi sapete, oggi, 28 anni dopo, il mio lavoro “Les Deux Plateaux”, è uno dei luoghi più visitati e goduti dalla maggior parte delle persone a Parigi. Non ho alcun dubbio, ancora una volta, che il futuro migliore di Piazza Verdi sia come l’abbiamo proposto noi». Meglio un albero oggi o una scultura domani?

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