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Una biennale per Dharavi. A Mumbai in mostra le opere dei residenti della più grande baraccopoli dell’Asia

di - 17 Febbraio 2015
Dharavi a Mumbai è una delle più estese baraccopoli del mondo, la più grande dell’Asia. L’intera area copre una superficie di 1,7 chilometri quadrati e ospita circa 750 mila persone, che vivono in condizioni molto difficili dovute all’alta densità di popolazione e alle scarse condizioni igieniche e sanitarie. Situata nel cuore del distretto finanziario di Mumbai, questa zona esporta una grande quantità di merci, come vestiti e ceramiche, per un fatturato annuo stimato intorno ai 350 milioni di sterline.
In questo scenario di forti contrapposizioni non poteva certo mancare l’arte, a pensarci la Society for Nutrition Education and Health Action (SNEHA) che ha organizzato la prima biennale del quartiere. Inaugurata ieri al pubblico, la Alley Galli Biennial si differenzia notevolmente dalle altre manifestazioni dello stesso genere nel mondo. Il festival infatti non espone opere di importanti artisti internazionali, ma mostra per tre settimane i lavori realizzati con materiali riciclati dai residenti della baraccopoli, compresi i bambini. Gli argomenti principali su cui si basa la biennale spaziano dallo stupro di gruppo alla violenza domestica, non trascurando l’importante tema della salute pubblica, per un totale di 400 opere.
Parlando del festival, lo studente Saraswati Bhandare, che ha esposto il suo lavoro durante l’opening, ha detto: «La gente pensa che questa sia solo una baraccopoli dove vive gente non istruita, ma la verità è che si tratta di un luogo dove tanti talenti si incontrano. Siamo orgogliosi di essere nati a Dharavi». L’evento è organizzato sulla scia del grande successo della mostra “Dekha Undekha”, che ha utilizzato l’arte come spunto per risolvere i problemi legati ai servizi igienico-sanitari e all’assistenza delle donne durante la gravidanza a Mumbai. (Giulia Testa)

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