È nato nel 2003 il progetto “Residenza d’Artista”, al Museo Carlo Zauli di Faenza. L’obiettivo? Esplorare le contingenze e i rapporti tra ceramica, antichissima tradizione artigianale locale, e arte contemporanea.
Un risultato che domani vedrà in scena Jonathan Monk con la sua “Claymation”, mostra nata dalla permanenza dell’artista – lo scorso mese di giugno – proprio nella cittadina romagnola, confrontandosi con un mezzo non abituale nella sua poetica espressiva, come del resto è stato “materiale estraneo” per tutti gli artisti che in questi anni sono stati invitati a partecipare al progetto.
Che ogni volta diviene un’avventura sperimentale, con esiti unici e sorprendenti dal punto di vista artistico, tecnico e relazionale.
Sotto la curatela di Guido Molinari, Monk (nato nel 1969 e attualmente di casa a Berlino, e il cui lavoro è stato esposto anche alla Whitney Biennial nel 2006 e alle Biennali di Venezia e Berlino rispettivamente nel 2003, 2009 e 2001) ha continuato la sua ricerca concettuale associandola ai processi tipici del fare ceramico, assistito da Aida Bertozzi, già assistente di Carlo Zauli per oltre 15 anni, con un risultato dove è presente “La dimensione della leggerezza, dello spirito ludico, dell’improvvisazione creativa per consegnarci l’aria del nostro tempo. Un’apparente semplicità di base connota queste opere che racchiudono complessi riferimenti alla realtà e alla storia dell’arte contemporanea”, ha scritto Molinari dell’inedito percorso dell’artista, che in alcuni casi ha progettato forme di grande complessità, testando e perfezionando nuovi metodi di “costruzione” della ceramica. L’appuntamento, per scoprire il risultato di un mondo antico oggi, è per domani sera. Ma intanto godetevi un po’ di immagini della residenza nella nostra gallery.