MISURA PER MISURA, ph Manuela Giusto
In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dall’1 al 7 dicembre.
Una nuova versione del classico shakespeariano Misura per misura, che esalta il vigore e la modernità dell’ultima commedia scritta dal Bardo, ma che porta in sé i nodi irrisolti della contemporaneità: la giustizia e il suo rapporto con la violenza, le dinamiche del potere e la validità delle leggi nella società.
La storia ci porta a Vienna, una città nel caos per la guerra incombente. Come spesso accade, quando la possibilità della fine si fa più pervasiva nei pensieri delle persone, per rovescio la fame di vita e di sesso cresce esponenzialmente, generando una prostituzione fuori controllo col suo carico di malattie infettive e nascite “illegittime”. Il Duca riconosce che la sua eccessiva permissività nell’applicare la legge ha portato al disastro e decide di lasciare temporaneamente il suo ruolo al vicario Angelo, brutale e severo applicatore della norma “lasciata sepolta troppo a lungo”. Angelo ripristina l’ordine con pugno di ferro, iniziando a mozzare le teste di chi trasgredisce la legge.
“Misura per misura”, di William Shakespeare, traduzione e adattamento Chiara Lagani, regia Giacomo Bisordi, con Vanda Colecchia, Arne De Tremerie, Dimitri Galli Rohl, Michele Lisi, Irene Mantova, Edoardo Raiola, Francesco Russo, scene e luci Marco Giusti, costumi Caterina Rossi, suono Dario Felli, video Lorenzo Bruno. Produzione Teatro di Roma, in collaborazione con il Centro Teatrale Santacristina. A Roma, Teatro India, dal 2 al 14 dicembre.
Il ciclo dei Progetti Speciali dell’Archivio Storico della Biennale di Venezia, spazio non solo di memoria, ma di ricerca e di riflessione attiva sulle radici culturali del nostro tempo, si conclude nel segno della musica e della danza con Coro, il capolavoro composto da Luciano Berio tra il 1974 e il 1976, eseguito in prima italiana alla Biennale Teatro e Musica diretta da Luca Ronconi nel 1976. Omaggio al compositore nel centenario della nascita, sarà presentato il 6 e 7 dicembre al Teatro La Fenice in una nuova veste scenica che vede le coreografie originali di Wayne McGregor in prima assoluta. Accanto alle 40 voci soliste del Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”, ci saranno 20 danzatori.
Considerato centrale nella vasta produzione di Berio, Coro è un compendio del suo magistero. Affascinato dal folklore, che ritorna in tanti suoi lavori, Berio attinge non soltanto ai testi di Pablo Neruda, ma proprio ai canti popolari delle aree più disparate della terra – Perù, Polinesia, Persia, Croazia, Cile, oltre che delle regioni italiane – e dà voce a un “coro” pluriculturale che è anche «Un’antologia di modi diversi di ‘mettere in musica’, da ascoltarsi come un progetto aperto che potrebbe continuare a generare situazioni e rapporti sempre diversi».
In questo spettacolo, Caterina Filograno utilizza la propria storia famigliare – di stampo matriarcale – per indagare il peso dell’ereditarietà sulle scelte di vita. Esplorando il confine tra intimità e rappresentazione, confessione e finzione, l’autrice si domanda: quanto la famiglia d’origine ha il potere di influenzare l’agire personale?
In scena, più generazioni di donne abitano la casa come un labirinto dell’inconscio: la Grande Madre, la Sorella, la Figlia. Archetipi junghiani e memorie personali, figure reali e immaginarie emergono dal racconto autobiografico dell’autrice, per poi sfuggirle di mano e comporre inediti rivoli narrativi. Un dialogo organico tra teatro, moda e spazio visivo, con i costumi dello stilista Giuseppe Di Morabito.
“Anche in casa si possono provare emozioni forti”, drammaturgia e regia di Caterina Filograno, con Gloria Busti, Caterina Filograno, Francesca Porrini, Simona Senzacqua e Maria Grazia Sughi; scene e Costumi Giuseppe Di Morabito, luci Stefano Bardelli, suono Gerets. Produzione Sardegna Teatro, Teatro Stabile di Torino -Teatro Nazionale | Teatri di Bari. A Bari, Teatro Radar, il 5 dicembre; Teatro Kismet, il 6 e 7; a Milano, Triennale Teatro, il 12 e 13.
Xing presenta Relay, una durational performance della coreografa canadese Ula Sickle, un nuovo Hole che si localizza nel Salone Banca di Bologna di Palazzo de’ Toschi, il 4 dicembre. Una bandiera nera fluttuante in aria, tenuta perennemente in movimento dai performer per cinque ore consecutive, genera al contempo suono e coreografia utilizzando luci stroboscopiche amplificate che producono sia il suono che la luce (artista audiovisivo Ofer Smilansky, sound design originale di Yann Leguay).
L’azione si ispira alle numerose proteste che si svolgono in tutto il mondo e in particolare alle marce polacche in difesa dei diritti delle donne chiamate “Czarny Protest” (protesta nera). La bandiera nera non può essere collegata a una battaglia in particolare: sfugge a facili interpretazioni. Il gruppo di diversi performer riuniti dalla coreografa si alternano in una prova di resistenza, oscillando tra inerzia e speranza.
Un testo che evoca i dilemmi della fede, dell’etica e della libertà. Attore alla sua prima prova da regista, Jacopo Trebbi attraversa il pensiero filosofico e teologico di San Tommaso d’Aquino in Incendio, scritto dal dramaturg Gianluca Bonzani (con Donatella Allegro, Leonardo Bianconi, Andrea Palma, Jacopo Trebbi, produzione Emilia Romagna Teatro ERT, al Teatro delle Moline di Bologna dal 4 al 7 dicembre).
In un paesino di montagna, un incendio sconvolge l’equilibrio di una comunità, mettendo a rischio l’organizzazione della locale Festa del Falò. Questo inatteso evento diventa il catalizzatore di incontri e scontri tra cinque personaggi: un padre ambizioso e tormentato, una madre di profonda fede, il loro figlio Tommaso in cerca della sua strada, il colto Virgilio e Don Libero, energico sacerdote.
A fare da perno della vicenda e delle relazioni: la storia e il pensiero teologico e filosofico di San Tommaso D’Aquino. Tra dialoghi intensi e gesta simboliche, la storia culmina in un atto di riconciliazione e speranza.
Regista, coreografa e performer, Caterina Mochi Sismondi, figura unica di raccordo tra la tradizione del teatrodanza e la ricerca del circo contemporaneo, presenta al Teatro Franco Parenti di Milano, dal 2 al 4 dicembre, Puccini Dance Circus Opera. Lo spettacolo nasce come un grande affresco sull’universo femminile pucciniano che restituisce Tosca, Madama Butterfly, Manon Lescaut, Turandot e Mimì non come eroine distanti, ma come figure reali, vulnerabili, audaci, spesso in bilico e sempre chiamate a scegliere. La coreografia e la drammaturgia del movimento, con le performer che intrecciano danza, acrobatica e gesto teatrale, compongono un “coro di corpi” che, pur in assenza del bel canto nella forma maior, restituisce la forza lirica di queste storie con partiture fisiche e musicali contaminate dall’elettronica.
In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, l’Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo, propone un’inedita occasione per attraversare lo spazio della Sala Paolina di Castel Sant’Angelo con il progetto Future Moves. I Musei e la Danza per i giovani, il 3 dicembre.
Un gruppo di adolescenti inviterà i visitatori a entrare in dialogo con il patrimonio artistico attraverso brevi itinerari di visita pensati come piccoli percorsi di scoperta. Con narrazioni e prospettive nuove, le loro proposte attraversano la storia dell’arte e del Castello, attivando corpo e immaginazione, evocando immagini e visioni attraverso il linguaggio della danza. Future Moves si rivolge in particolare a gruppi di adolescenti – alcuni dei quali convivono con fragilità psicologiche o condizioni di vulnerabilità – introducendoli alle pratiche della danza contemporanea in contesto museale.
Scena Nostra, il focus dello Spazio Franco, di Palermo, dedicato al meglio della creazione italiana contemporanea, riparte da una speciale anteprima che intreccia teatro e musica. Il 6 e 7 dicembre è in scena l’attore e regista Roberto Latini con Giulietta e Romeo stai leggero nel salto: un concerto scenico tratto dalla tragedia di Shakespeare, attraversato esclusivamente dai dialoghi tra Romeo e Giulietta, in cinque movimenti che come cinque quadri di una suite amorosa, si sviluppano tra l’incontro, il balcone, il matrimonio, l’alba, la cripta. Latini, con Federica Carra e le musiche e suono di Gianluca Misiti, restituisce la storia nella sua essenza emotiva: la nostalgia del futuro mancato, la giovinezza che brucia e svanisce, la delicatezza delle occasioni perdute.
Alessandro Gassmann, regista, e Giorgio Pasotti interprete, si misurano con le parole di Franz Kafka in Racconti disumani (il 2 e 3 dicembre al Teatro Lauro Rossi di Macerata). Lo spettacolo attraversa i testi dell’autore boemo Una relazione per un’Accademia e La tana, un dittico narrativo che pone al centro vicende animalesche o “disumane”, smaschera la superficialità di stereotipi e banalizzazioni, nei quali troppo spesso si rischia di inciampare. I luoghi comuni che emergono rivelano il nostro istintivo bisogno di un rifugio sicuro, capace di proteggerci dalle complessità della vita. Le parole di Kafka, con la loro enigmatica e ineguagliabile capacità di sondare le inquietudini dell’animo umano, diventano uno strumento per affrontare ciò che ci spaventa.
Gli Innamorati è una storia d’amore universale, sfaccettata e attualissima, i cui protagonisti sono più vicini alla nostra contemporaneità di quanto si possa pensare. Un amore dietro al quale si celano contraddizioni e tensioni, così come contraddittori sono i personaggi, alcuni caratterizzati da personalità razionali e “borghesi”, altri più istintivi e impulsivi, contrapposti nei loro atteggiamenti e nel loro modo di affrontare la vita. Chi di noi non ha sofferto, penato per amore rendendosi anche ridicolo agli occhi degli altri? Quale altro sentimento scuote e dilania le nostre anime quanto l’amore folle? Queste le parole del regista Roberto Valerio.
Con una scenografia contemporanea e costumi moderni, uno spettacolo asciutto, diretto, senza fronzoli, che mescola leggerezza, risate, momenti di grande commedia a cupe atmosfere per poter rappresentar un amore più violento di tutti gli altri.
“Gli innamorati”, di Carlo Goldoni, adattamento e regia Roberto Valerio, con Claudio Casadio, Loredana Giordano, Valentina Carli, Leone Tarchiani, Maria Lauria, Lorenzo Carpinelli, Damiano Spitaleri, Alberto Gandolfo; scene e costumi Guido Fiorato, musiche Paolo Coletta, light designer Michele Lavanga. Co-produzioni di Accademia Perduta/Romagna Teatri, La Contrada Teatro Stabile di Trieste e La Pirandelliana. Inizio lunga tournée da Faenza (RA), Teatro Masini, dal 5 al 7 dicembre.
Il romanzo La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini, racconta la storia di una nobildonna siciliana del millesettecento, alla quale, in giovanissima età, viene strappata per sempre, con la violenza, l’uso della parola. Da quel momento Marianna diventa per tutti “la mutola”, ma nonostante la sua disabilità non rinuncerà a vivere la sua vita fino in fondo, senza risparmiarsi mai.
A restituirle la parola strappata sono le giovani voci di dieci donne di oggi. La musica, insieme ai corpi delle attrici, è protagonista di questi tre piccoli spettacoli, in un concerto performativo di gesti e parole a cura di Roberta Lucca (a Roma, Teatro Greco, dal 2 al 7 dicembre). Prima di ogni puntata le attrici faranno un “riassunto delle puntate precedenti” in tono leggero e divertente per consentire anche la fruizione di una sola delle puntate.
Si conclude al Teatro Fontana di Milano la 18ma edizione di Exister, dedicata alla danza contemporanea. Il 3 dicembre in scena A Cloud Never Dies, performance di Caterina Basso con Teresa Noronha Feio, un’indagine sullo spazio fluttuante tra vicinanza e distanza; a seguire, Do You Want to Produce Me? di e con Jessica D’Angelo e Toni Flego, una performance ironica e fisica che racconta le contraddizioni e le difficoltà dell’essere artisti oggi; in chiusura Diva, produzione DANCEHAUSpiù, del coreografo Giovanni Insaudo, con Sandra Salietti Aguilera e Gianmarco Martini Zani, pièce, ispirata alla diva per eccellenza Marilyn Monroe, offrendo uno sguardo sulla vita privata e spesso solitaria delle icone della fama degli anni ’50. Il 4 e 5, Wolf Spider del collettivo Kor’sia, una performance che affronta la crisi interiore e la rinascita attraverso la metafora del tarantismo pugliese.
Sono attese 16 stelle internazionali della danza da rinomate compagnie europee e d’oltreoceano, alla 44ma edizione del Gala Internazionale di Danza per la CRI-Comitato di Udine, sezione del progetto Festival Sconfinamenti, ad opera dell’Associazione Danza e Balletto, che partecipano all’evento a titolo gratuito per una gara di solidarietà rivolta ai bambini fragili del territorio supportati dalla Croce Rossa (al Teatro Nuovo di Udine, l’8 dicembre). In programma pagine del repertorio classico e creazioni contemporanee.
I classici del repertorio come Schiaccianoci, Lago dei cigni, Diana e Atteone, e Il Monstruo grande di Marco Goecke, ABC di Eric Gauthier, If Ever There was di Tars Vendeebek e Daydreams di Edward Clug e una creazione firmata da Massimo Gerardi, Red, sono alcune novità di questo appuntamento che vedrà in scena: Friedemann Vogel, Ivana Bueno, Francesco Gabriele Frola, Maria Yakovleva e Louis Scrivener, Giulia Tonelli, Tars Vandebeek, Sidney Elizabeth Turtschi e Shori Yamamoto, Katarina Zec e Hugh Lewis, Catarina De Meneses e Ionut Dinita, Dance Company G.H. Theater Görlitz-Zittau e Académie Princesse Grace Monaco.
Nell’ambito del programma di Resistere e Creare, del Teatro della Tosse di Genova, rassegna internazionale danza, in scena, il 5 dicembre, Danza Cannibale, di Davide Valrosso, con Valrosso e Federico Chiarofonte e musiche di Federico Chiarofonte, una riflessione critica sul mondo della danza e della performance, sul rapporto tra artista e produzione. Seguirà, il 6, Birdsong, ideazione, coreografia, regia Salvo Lombardo, con Marta Ciappina, Daria Greco, e i canti di primavera di Camillo Prosdocimo. Birdsong si ispira ai canti dei più comuni uccelli migratori per ri-mediare una lingua misteriosa e ignota, sospesa tra umano e non umano, in una zona di confine tra danza e voce, tra presenza e assenza.
Il nuovo spettacolo di Muta Imago, Atomica (a Torino, Teatro Astra, dal 2 al 7 dicembre per la stagione del TPE), è costruito su una drammaturgia originale ispirata allo scambio epistolare avvenuto tra il filosofo tedesco Günther Anders e Claude Eatherly, giovane metereologo e aviatore texano che diede l’ok allo sgancio della bomba atomica su Hiroshima nel 1945. Al termine della sua missione Claude tornò in patria accolto da eroe, assieme a tutti gli altri membri dell’equipaggio; ma fu il solo che non riuscì mai a liberarsi dai fantasmi delle centinaia di migliaia di vittime innocenti che si era lasciato dietro le spalle.
Lo spettacolo prende la forma di un viaggio onirico e visivo nella psiche del protagonista, che affronta i fantasmi del suo passato, personale e collettivo. Le parole portate in scena da Gabriele Portoghese e da Alessandro Berti, dialogheranno con una drammaturgia sonora costruita intorno a delle voci fantasma.
Quarta edizione a Spoleto di “EAT – Enogastronomia a Teatro”, festival che crea un connubio unico tra cibo e cultura, e in cui i sapori diventeranno linguaggio, gesto, memoria, spettacoli (dal 4 al 7 dicembre). Degustazioni, cibo, performance e musica si ritroveranno in scena con l’obiettivo di divulgare la promozione e la difesa delle eccellenze enogastronomiche locali e nazionali, in sedi suggestive e inusuali, luoghi di cultura attraverso cui far conoscere le produzioni teatrali emergenti e far vivere al pubblico un’esperienza unica.
A inaugurare la kermesse, il 4 dicembre al Teatro Caio Melisso, sarà Mama I’m Coming Home con Alessandro Sesti e Debora Contini. Ci si addentrerà in cosa significa essere una madre cresciuta durante il boom economico, ma soprattutto, una donna che ha vissuto la propria infanzia in un’Italia dove il timore di Dio e il patriarcato più nocivo erano considerati la normalità. Il programma dettagliato sul sito eatspoleto.it.
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